Non deve fare un bell'effetto. Portare una taglia 40 - cioè, essere molto magre - eppure sentirsi "grasse" di fianco a un manichino. La foto postata su Twitter da Becky Leigh Hopper, una ragazza inglese, ha scatenato un'altra puntata polemica del caso aperto sui manichini troppo magri nei negozi. E sull'immagine distorta, e forse irresponsabile, che alcuni marchi diffondono del corpo femminile. Il rischio è che le adolescenti provino a somigliare a questo modello irrealistico e che quindi cadano nell'anoressia. Il dibattito in Gran Bretagna è aperto da alcuni mesi.
La foto di Becky è rimbalzata sui social, è stata ritwittata 6mila volte in poche ore, come riporta il Guardian. Sotto accusa le proporzioni dei manichini esposti da un noto negozio di abbigliamento di Londra, particolarmente amato dalle teenager: Top Shop. Il confronto tra le gambe della cliente taglia 40 e quelle del modello in effetti è rivelatore. E il successo dell'immagine on line dimostra che l'argomento è ancora in primo piano. Nei mesi scorsi altri due noti negozi inglesi di abbigliamento e lingerie erano stati criticati per aver esposto manichini con visibile la forma delle costole, che poi sono stati rimossi.
Top Shop ha risposto con un comunicato, in cui spiega che l'azienda considera "una priorità rappresentare un'immagine salutare". Il manichino dello scandalo "viene usato da quattro anni ed è stato realizzato sulla base della taglia britannica standard 10 (equivalente a una 42). È più alto di una ragazza media e le sue forme sono stilizzate per produrre l'effetto visivo necessario in un negozio".
I responsabili del marchio aggiungono che il manichino è realizzato con materiali rigidi e quindi "le dimensioni devono essere tali da consentire di allestire e rimuovere gli indumenti. In questo senso dunque non è la rappresentazione di un corpo femminile medio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.