Manutenzione delle strade. È (solo) un tappare buche

A fronte di 40mila voragini riempite in un anno, solo 4mila gli interventi programmati con scavi

Manutenzione delle strade. È (solo) un tappare buche
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Quello che è stato chiarissimo, ieri, durante la commissione di controllo sulla manutenzione straordinaria e ordinaria delle strade milanesi è, soprattutto, un «dettaglio»: sui 2100 chilometri di rete stradale cittadina, c'è tutto un gran lavorìo a tappare buche che spesso sono voragini, al quale però non corrisponde un'attività programmata di manutenzione. Se ne avevamo avuto una quasi certezza, con le ormai frequenti bombe d'acqua che trasformano le strade in fiumi, la conferma è nei numeri forniti ieri durante la commissione. Eccoli. Sono 40mila le buche «tappate» a fronte di 12mila interventi annui di manutenzione di cui 4mila programmati con tanto di scavi. Evidentemente i due servizi - il «rattoppo» invece del rifacimento dal «fondo» di una strada o di un marciapiede - occupano una fetta ben diversa nella torta delle spese per la manutenzione che nel 2024 ammonta a quasi 46 milioni euro (45 milioni e 800 mila per l'esattezza, con il 42% per la manutenzione straordinaria delle strade asfaltate). Con buche e sistemazione dei masselli che occupano il 70% degli interventi. «Milano si presenta con una realtà molto complessa da un punto di vista manutentivo ed è necessario che la sua organizzazione sia conosciuta sia dal Consiglio Comunale che dai cittadini», ha spiegato Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio Comunale e Presidente della Commissione a fine della seduta, nata proprio con questo scopo. Per dare una misura alla complessità, basti pensare che Milano è fatta di 4mila strade (per 2100 chilometri), con 4.100 chilometri di marciapiedi, 328 chilometri di piste ciclabili, quasi 7500 incroci un milione e mezzo di pavimentazioni lapidee, 270 chilometri di binari dei tram, 138mila caditoie e per finire 185mila cartelli. Cosa fare e come farlo? Ieri sono stati messi dei punti. «Abbiamo puntato dei riflettori in un ambito riservato fino ad ora solo ai tecnici», ha spiegato Truppo. Ponendo dei temi. «Un tema su tutti è quello relativo all'ipotesi di miglioramento dei materiali impiegati. Esistono dei listini pubblici, ma potrebbero essere aggiornati con materie innovative», ad esempio. Se d'altronde da una parte c'è «una città che spesso fa acqua e dall'altra un lavorìo continuo significa che qualcosa va migliorato». Anche nella comunicazione. Adesso le segnalazioni da parte de cittadini arrivano per lo più ad assessorati, municipi, consiglieri, senza un canale diretto. Potrebbe invece essere sfruttata a questo scopo l'App «Sgs» (Sistema Gestione Segnalazione) già esistente e utilizzata solo a gestione interna per geolocalizzare le segnalazioni ricevute e gli interventi da effettuare. «Potrebbe diventare un buon mezzo se implementa per coinvolgere i cittadini che si autenticassero con un profilo dedicato a segnalare attivamente e direttamente a sistema questioni urgenti di intervento - prosegue Truppo - Ciò servirebbe anche a promuovere quel senso di cittadinanza attiva che potrebbe anche ricevere una premialità da parte dell'Amministrazione Comunale». Come una sorta di umarell tecnologico.

Ultimi due temi posti sono stati «i cementi assorbenti, se e quanti e quali vengono utilizzati a Milano che possono ridurre le isole di calore, possono facilitare la riduzione degli allagamenti e, soprattutto, potrebbero aiutare il deflusso delle polveri sottili che sui cementi impermeabili si depositano. E ancora la questione giuridica legata alle strade private». Riaggiornamento, il mese prossimo.

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