Marcello Staglieno, Sua Eleganza

Era uno dei cinquanta fondatori storici del Giornale, ma anche uno dei colleghi per lungo tempo più vicino a Indro Montanelli. Collaborò con lui nella stesura di numerosi libri, e ne scrisse addirittura due biografie. Staglieno, rampollo di una grande famiglia genovese e nipote di un famoso storico suo omonimo, non era soltanto un giornalista. Era un intellettuale e scrittore raffinato, autore di una trentina di volumi di vari argomenti, ma (con l'eccezione di qualche romanzo) sempre ispirati dalla sua cultura di grande conservatore. Uomo brillante e salottiero, che sapeva intrattenere con eguale cortesia uomini e donne e spesso si compiaceva del suo anticonformismo, Marcello Staglieno si è anche conquistato, al fianco della moglie Monica Amari, un posto nella società milanese. Nel 1992 Staglieno lasciò il Giornale per tentare la strada della politica: fu eletto una prima volta senatore nella Lega Nord e - rieletto - due anni dopo arrivò a essere vicepresidente della Camera alta. Ma, fedele com'era alle sue idee, quando alla fine del 1994 Bossi provocò il ribaltone, se ne uscì dal Carroccio e si rifugiò nel gruppo misto.

Aveva un'idea precisa dell'Italia che voleva, e quando si rese conto di quanto fosse difficile realizzarla ritornò ai suoi libri, ai suoi studi e al suo appartamento milanese rigurgitante di libri. Da tempo, sapeva che la sua sorte era segnata, ma l'ha affrontata con grande dignità, quasi con spirito, arrivando a scrivere - dicono - il suo epitaffio.
Livio Caputo - 17 maggio 2013

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