Marco travagliato

Si sta infilando in un ginepraio, Marco Travaglio. Il vicedirettore di Repubblica Giuseppe D’Avanzo, ricorderete, aveva citato un'intercettazione telefonica dalla quale si apprendeva che Travaglio era andato in vacanza con certo Pippo Ciuro, un tizio poi condannato per favoreggiamento del mafioso Michele Aiello. Il residence della vacanza, in Sicilia, era stato consigliato proprio da questo Ciuro a cui Travaglio si era rivolto anche per avere uno sconto. E questo è acclarato.

Non lo è per niente, invece, un’altra accusa che continua a sembrarci improbabile: l'intera vacanza di Travaglio, cioè, sarebbe stata pagata dal succitato mafioso Michele Aiello. L’avvocato di quest’ultimo ha confermato l’accusa.

Posto che non ce ne frega più di tanto (Travaglio in ogni caso non conosceva la mafiosità dei suoi interlocutori) resta che Travaglio sporse subito querela e ne fece una malattia, dicendo che avrebbe esibito tutte le ricevute del caso. Ora le ha finalmente esibite, ma sono quelle sbagliate. Come hanno riconosciuto anche tanti ammiratori dei suoi blog, Travaglio ha mostrato le ricevute dell’Hotel Torre Artale di Trabia, anno 2002, e non quelle del residence Golden Hill di Altavilla Milicia, anno 2003, luogo e anno del contendere come Travaglio stesso spiegò a suo tempo. C’è un errore da qualche parte, ma tanti suoi ammiratori ora insistono, vogliono capire, non si accontentano, accusano. Li ha cresciuti proprio bene.
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