Washington - Promette il pugno duro il presidente Obama. Sa bene di rischiare molto, in termini politici, per il disastro della marea nera nel golfo del Messico. Lo incolpano di non aver fatto abbastanza e, soprattutto, di non aver fatto scattare in modo tempestivo l'intervento del governo per arginare l'inquinamento dopo l'incidente della piattaforma petrolifera. Ora Obama fa una promessa: "Porteremo i responsabili del disastro ambientale in tribunale".
Bp risponda di quanto accaduto "Porteremo di fronte al tribunale i responsabili del disastro (della marea nera) se sono state violate le leggi" . Lo ha dichiarato Obama al termine di un incontro con Bob Graham e William Reilly, che guidano la commissione d’inchiesta sulla vicenda. "Faremo in modo - ha detto ancora il capo della Casa Bianca - che la Bp mantenga le sue promesse, e che debba rispondere di quanto accaduto".
La commissione di esperti Dopo avere incontrato i due co-presidenti della commissione d’inchiesta appena istituita sulla marea nera, Obama ha ribadito che la Bp sarà responsabile di tutte le perdite provocata da quello che lui ha ancora una volta definito "il più grande disastro ambientale di questo tipo della nostra storia". Obama intende nominare presto altri cinque esponenti della commissione, che dovrà consegnarli un rapporto entro sei mesi, oltre a suggerire una serie di passi per evitare il ripetersi di un dramma come questo.
I presidenti della Commissione, che si trovavano nel Giardino delle Rose con Obama, sono l’ex governatore e senatore della Florida Bob Graham, e l’ex numero uno dell’Epa, l’equivalente del nostro ministero dell’ambiente, Bill Reilly, un ex presidente del World Wildlife Fund (Wwf).
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