Marianne Faithfull, la voce della Swingin' London

Morta a 78 anni la cantante e attrice icona degli anni '60. Fu compagna di Mick Jagger

Marianne Faithfull, la voce della Swingin' London
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E così, a bruciapelo, se ne è andato un pezzo di memoria, un'immagine della Swinging London dei Beatles e, soprattutto, dei Rolling Stones, visto che ebbe una relazione con Mick Jagger e scrisse con lui una canzone come Sister Morphine, roba che oggi sarebbe azzoppata dal politicamente corretto. Aveva appena compiuto 78 anni, essendo nata il 29 dicembre del 1946, e da qualche tempo aveva abbandonato i riflettori. Ma ieri, quando la Bbc ha annunciato la sua morte citando il portavoce dell'artista («Marianne è morta pacificamente oggi a Londra, in compagnia della sua amorevole famiglia. Ci mancherà moltissimo»), una lacrima è scesa a chiunque abbia vissuto, amato o soltanto sentito parlare di quella epoca favolosa. Certo, Marianne Faithfull, figlia di un maggiore dell'esercito inglese e professore di letteratura italiana all'Università di Londra e della baronessa Eva von Sacher-Masoch, pronipote di Leopold, da cui il termine «masochismo».

A dirla tutta, una candidata alla celebrità o quantomeno alla notorietà, come si poteva capire anche dalla sensualità con la quale cantò il suo primo brano, As tears go by pubblicato nel 1964. Dopo aver partecipato a un musicarello (ebbene sì: Operazione Circeo girato a Terracina nel 1965), debutta sul set con Jean-Luc Godard e poi addirittura al Festival di Sanremo con Riki Maiocchi nel trascurabile brano C'è chi spera. Ma non sono queste le tappe decisive che la consegnano alla storia del costume e dello spettacolo. Con Mick Jagger conosce droga e vita irrequieta, partecipa nella scatenata Londra a feste folli e talvolta pure paparazzate (celebre quella scabrosa della barretta Mars...), si perde e poi riemerge con dischi di ottima fattura e qualità come Broken english del 1979. Non è mai stata una semplice meteora, Marianne Faithfull, né un'artista di una sola stagione.

Dal 1987, in cui pubblica Strange Weather, questa signora algida ma sensuale, solare eppure cupa, si consolida e diversifica il talento mescolando sperimentazione e collaborazioni importanti come quelle con Angelo Badalamenti, David Stewart degli Eurythmics, Billy Corgan, Beck e persino i Metallica dell'album ReLoad. Tanto per capirci, nel 1990 c'era anche lei al grande concerto The Wall - Live in Berlin di Roger Waters, una sorta di passaggio «iconografico» dal prima al dopo Muro di Berlino. A quel punto Marianne Faithfull era davvero sopravvissuta a un'epoca e aveva tutte le possibilità di entrare in quella nuova. Lo fece anche come attrice, prima interpretando l'imperatrice Maria Teresa d'Austria in Marie Antoinette di Sofia Coppola e, soprattutto, da protagonista in Irina Palm - Il talento di una donna inglese di Sam Garbaski, benedetto dal pubblico e dalla critica.

Ora che non c'è più, Marianne Evelyn Gabriel Faithfull passa alla storia come la musa di un'epoca, la protagonista di un fase di creatività e perdizione dalla quale è riuscita a salvarsi. Salvo poi reinventarsi senza scadere nella parodia o nella stucchevole nostalgia. E questa è forse la più grande lezione di una sopravvissuta capace di non far ricoprire di polvere i propri ricordi.

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