Marino sogna e fa sognare «Il mio Genoa per l’Europa»

L'auspicio di farsi amare come il professor Scoglio e la speranza di seguire le orme di Gian Piero Gasperini. Nel giorno della sua presentazione Pasquale Marino riannoda i fili con un passato sempre vivo nel cuore dei genoani: «So che il professor Scoglio è stato amato tantissimo dai tifosi del Genoa. Spero che quando andrò via mi sarò fatto benvolere come lui». O come Gian Piero Gasperini assai stimato dal nuovo allenatore rossoblù: «È normale che la tifoseria si aspetti sempre il massimo dalla squadra. I tifosi del Genoa sono abituati bene. Ai tempi di Gasperini hanno visto un calcio spettacolare e redditizio. A me il Genoa di quegli anni piaceva molto. Le idee mie e di Gasperini sono simili. Cerco di fare sempre un calcio propositivo. Spero di riuscirci». Con quali obiettivi? «Non mi va di fare proclami o di pormi obiettivi -dice Marino- Lavoreremo di settimana in settimana con il massimo impegno perché il Genoa è una società ambiziosa. Per ora navighiamo a vista, pensando di partita in partita. Cerchiamo di recuperare gli infortunati e la condizione di quei giocatori che sono rimasti fuori a lungo come Zé Eduardo. L'organico è molto valido».
In attesa dei rinforzi promessi da Preziosi. «Se c’è la necessità, la società non si tirerà indietro. Gilardino? Spero che arrivi il prima possibile. Un attaccante così ci serve», l'auspicio di Marino. Il modulo prediletto dal tecnico siciliano è il 4-3-3. «Penso che il Genoa possa fare benissimo questo sistema di gioco. Molto dipende dall'equilibrio che si riesce a dare per supportare questo atteggiamento tattico. Potremo adottare anche altre soluzioni -annuncia Marino- L'importante è mettere i giocatori in condizione di esprimersi al massimo secondo le loro caratteristiche. L'obiettivo è quello di avere un'identità e una fisionomia ben precise».
I genoani sognano un attacco con Palacio, Gilardino e Zè Eduardo. «Ma non è detto che siano questi tre a formare il tridente. Occorre qualcuno che abbia le qualità del tornante. Birsa ha giocato in quel ruolo. L'ho visto nell'Auxerre. Jorquera? È un trequartista. Per giocare nel tridente dovrebbe spostarsi sul centro destra o sul centrosinistra», spiega l'ex allenatore del Parma. Che fa autocritica pensando alla sua ultima esperienza: «Ho commesso degli errori. Parma è l'unico posto dove non mi sono fatto apprezzare. Se non è scoccata la scintilla, è colpa mia. Non sono riuscito a dare un'identità tattica alla squadra. Ho sbagliato qualcosa. L'importante è che dagli errori si cerchi di ripartire».
Il modello a cui Marino s'ispira è quello del Borussia Dortmund: «Mi piace molto. Ho avuto la fortuna di incontrarli con l'Udinese quando giocavamo in Europa. È una società in crescita con tantissimi giovani di prospettiva».
Nella sua prima apparizione a Pegli, Marino è stato a lungo applaudito dai tifosi rossoblù, oltre 500, che lo hanno ringraziato per la decisione di allenarsi a porte aperte. E da Pegli arrivano buone notizie per Kaladze, Kucka e Antonelli rientrati in gruppo.


Sebastien Frey dà il benvenuto al nuovo tecnico: «Siamo contenti di averlo tra noi, ma ringraziamo Malesani per il lavoro svolto. Non ci ha fatto mancare niente, ma nel calcio gli allenatori sono i primi a pagare i risultati negativi», ha detto il portiere.

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