Marrazzo, il Pdl: niente trucchi, subito al voto

Il Pdl all'attacco: o si dimette o prosegue l'attività. Il presidente del Lazio si è autospeseso dopo il ricatto per le frequentazioni di trans. Alemanno: andare al voto. La Regione: assenza o impedimento temporaneo. Pd a caccia di un candidato: spunta Veltroni. A trans con l'auto blu

Marrazzo, il Pdl: niente trucchi, subito al voto

Roma - Il Pd se vuole vada avanti nella Regione Lazio, ma non usi trucchi illegali, perché il Pdl è pronto a rispondere "in punta di diritto". E' il monito di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl. "Al vice Marrazzo e ad altri giungeranno risposte in punta di diritto. Sono fuori dalla legalità - dice infatti - I loro atti non hanno fondamento. Le supreme istituzioni non potranno assistere in silenzio. Non abbiamo chiesto dimissioni. Se ne hanno voglia vadano avanti con Marrazzo. Non usino però trucchi come la sospensione". "Non sarà possibile sopportare palesi illegalità - conclude il capogruppo del Pdl - O c'é già un certificato medico falso? Quale è l'impedimento? Chi lo avalla sappia che é fuori dalla legge".

Gasparri ha incontrato stamattina un gruppo di parlamentari del Lazio; nel corso della riunione, riferisce una nota del Pdl a Palazzo Madama, alcuni esponenti del Pdl si sono detti pronti "anche ad iniziative legali per denunciare il palese abuso dell'istituto della sospensione, che verrebbe commesso da Marrazzo e da tutti coloro che condividono questo percorso". "Come è noto - prosegue la nota - la sospensione è limitata ad alcuni casi, tra i quali non rientra l'ambigua scelta di Marrazzo. E se Marrazzo dovesse esibire un certificato medico a giustificazione di questa scelta illegale, singoli esponenti del Pdl sono pronti a denunciare medici, Asl e qualsiasi struttura sanitaria si rendesse responsabile di una illegalità così grave, certificando situazioni non corrispondenti alla realtà". "Il Pdl, quindi, conferma un impegno in difesa della legalità. Peraltro, qualsiasi atto di un vicepresidente illegalmente delegato sarebbe contestabile, nessun sindaco, nessuna istituzione, potrebbe sottoscrivere impegni o atti con la regione Lazio che verrebbero immediatamente contestati e denunciati. A tal fine - conclude la nota - si è costituito un gruppo di lavoro per garantire il rispetto della democrazia".

Calderoli: "Su di lui barbarie, ma non si è dimesso" Su Marrazzo è stata commessa una barbarie. Nessuno ha denunciato che si trovano sui giornali verbali di interrogatori ed atti secretati. E non può esserci una giustizia fatta dai media e non dai magistrati". Lo afferma Roberto Calderoli intervistato da Lucia Annunziata a 'In 1/2 ora'. La conduttrice fa notare che lui si sarebbe dimesso mentre Silvio Berlusconi no, dopo le vicende che questa estate lo hanno riguardato. "Non confondiamo le mele con le pere - ribatte Calderoli -. Intanto Marrazzo non si è dimesso ma autosospeso, attraverso un istituto che non esiste nella legislazione né nazionale né regionale. Inoltre io esprimo la mia solidarietà soprattutto alla famiglia, perché non accetto che qualcuno, per rispetto alla propria libertà, senta di essere il diritto di mettere in discussione la famiglia e di portare in casa anche malattie". "Ognuno - aggiunge ancora Calderoli - può fare invece ciò che crede rispetto ad un rapporto interrotto: il premier aveva diritto a ricostruirsi una sfera sentimentale di fronte ad un rapporto interrotto. Marrazzo si è recato invece in luogo dichiaratamente riservato alla prostituzione, arrecando alla sua famiglia tutti i problemi chimici ed epidemiologici collegati".

Fitto: l'autospensione non è prevista "L'ipotesi di autosospensione dalla carica di presidente della Regione Lazio, della quale si parla in numerose notizie di stampa, non è prevista dallo Statuto e più in generale dalla normativa vigente". Lo afferma il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto. "Le uniche alternative previste - sostiene Fitto - sono la sospensione per grave impedimento inequivocabilmente certificato o le dimissioni". "Quanto si pone fuori dal perimetro della normativa - conclude Fitto - espone la Regione a potenziali illegittimità e a rischi di contenzioso sotto il profilo giuridico con evidente danno per l'Istituzione stessa e per i cittadini".

Alemanno: andare al voto "Non voglio entrare nel merito delle vicende del presidente Marrazzo, dico solo che la soluzione individuata dell'autosospensione non è sostenibile. Non ci può essere una Regione a mezzo servizio". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, interpellato a margine della settima edizione dei Giochi di strada, a via dei Fori imperiali. "Se Marrazzo ha deciso di tirarsi indietro e passare il timone - ha proseguito - bisogna andare ad elezioni, non serve a nessuno allungare il brodo".

Sospensione per grave impedimento adducendo motivi di salute. Questa la strada intrapresa dalla Regione Lazio per uscire burocraticamente dall'affaire Marrazzo e soprattutto per non far precipitare la compagine di centrosinistra da subito in campagna elettorale. L'istituto della sospensione dunque si baserà su gravi motivi di salute che saranno documentati da un certificato medico che, però, non é ancora pervenuto agli uffici della Regione. Il problema più che tecnico è di tempi: ovvero la procedura di impedimento temporaneo delle funzioni, prevista dallo statuto della Regione Lazio all'articolo 45 comma 2, è un istituto legittimo ma - si fa notare - probabilmente non sarà possibile mantenerlo per lungo tempo. Cioé fino a gennaio, come si voleva in un primo tempo, per permettere lo svolgimento delle elezioni a marzo come già previsto. E questo perché un impedimento grave se reiterato dovrebbe portare ineluttabilmente alle dimissioni: l'impedimento infatti deve essere necessariamente breve e motivato. Dunque, se la sospensione non durerà fino a gennaio, nel Lazio si andrà a votare prima di marzo.

Il Pd cerca un candidato e spunta Veltroni... Proprio in considerazione di questo nel Pd si accelera la scelta del candidato, che comunque dipenderà in gran parte dall'esito delle primarie. Intanto, c'é chi pensa di far scendere in campo pezzi da 90. E, tra le ipotesi, spunta anche quella di chiedere un ritorno all'ex sindaco di Roma Walter Veltroni, che potrebbe rappresentare il riscatto dopo il caso politico e giudiziario che ha travolto Marrazzo.

Nella rosa restano tuttavia i nomi di David Sassoli, Giovanna Melandri, Roberto Morassut e Ignazio Marino. Un no netto è invece arrivato da Nicola Zingaretti, intenzionato a finire il suo mandato in provincia di Roma, e Enrico Gasbarra. 

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