Potrebbe essere lanciato come un nuovo gioco per tutti i lettori: «Scopri dove la preside ha copiato». Un gioco e nulla più. Perché certamente non si tratta di reato. E pazienza se in un dibattito televisivo Marta Vincenzi ha detto che il suo programma lo ha scritto personalmente (e a modo suo sicuramente lo avrà fatto...) e pazienza se proprio in fondo alla centesima e ultima pagina si legge chiaramente solo la sua firma. Del resto, lo aveva più volte ribadito: «Scriverò il programma ascoltando i cittadini» (e come vedremo non solo i cittadini genovesi...). E poco importa, se come ha fatto con una proposta ai candidati sindaci della associazione Italia Nostra, ne ha copiato le parti più descrittive e accantonato le proposte più concrete. In quel caso, come già scritto su il Giornale del 5 maggio, c'erano tre parti riportate fedelmente, per un totale di 36 righe, 400 parole e 2655 battute in ugual ordine (incredibili affinità elettive?). Lì è nata l'idea (ribadiamo: per curiosità e nulla più...) di fare un simpatico giochetto: andare su internet, scrivere qualche riga del programma di Marta Vincenzi in un qualsiasi motore di ricerca e cliccare. Si può «vincere». Certo, non sempre è facile, anche perché molti documenti non sono presenti on line (per esempio quello di Italia Nostra non si trova...) o perché certe volte i motori di ricerca hanno meccanismi sconosciuti ai non esperti di informatica (riportando righe del programma di Marta Vincenzi, quasi mai siamo indirizzati verso il programma dell'europarlamentare).
Però, talvolta, si è «fortunati»: si arriva a pagina 27 e si esulta. Sette righe del programma corrispondono esattamente (ci sono solo impercettibili variazioni di punteggiatura e di concordanze) con i punti 7 e 8 del testo «Sicurezza e democrazia» scritto al forum europeo per la sicurezza urbana di Saragoza, mentre altre tre righe rimandano alle parole del primo punto del «Manifesto di Saragoza».
O ancora a pagina 7, nel capitolo per «Una organizzazione efficiente al servizio del cittadino». Basta leggere le ultime righe, quando Marta Vincenzi scrive «in estrema sintesi». «L'estrema sintesi», introdotta, neanche a dirlo, dallo stesso «cappello», era già stata scritta dall'ex ministro Ds Franco Bassanini nel documento titolato: «L'ammodernamento del sistema amministrativo italiano». I punti di sintesi coincidono: 7 per Vincenzi e 7 per Bassanini. E anche le parole praticamente corrispondono. «Praticamente», perché a differenza degli altri casi, comparando i due testi si trovano alcune parole in più e altre in meno. Non proprio una purissima equipollenza, ma un'innegabile scopiazzatura certamente sì.
Gli occhi della candidata dell'Unione sono molto attenti anche a ciò che è stato scritto in casa propria: perfino sul sito dei Ds. La vincitrice delle primarie genovesi, a pagina 73, riscrive paro paro 9 righe (per un totale di quasi 100 parole) tratte da un testo della «Conferenza nazionale Ds per il Programma» tenutasi a Firenze i primi di dicembre del 2005.
Leggendo pagina 97 invece, si scopre unevidente sovrapposizione istituzionale. Perché Super (?) Marta attinge da un documento che si trova niente meno che sul sito della Provincia di Genova. A firmare il testo è l'architetto Domingo Tonini, in occasione di Euroflora 2001 (2001!) e parla di un progetto («Un parco del basilico», ndr) per la valorizzazione delle «grandi ville del genovesato». E anche se il progetto era della Provincia già dallo scorso mandato, ed evidentemente almeno in parte non è stato ancora realizzato dalla giunta Repetto, anche il Comune, come scrive Marta, si farà carico della proposta (anche se, il documento di Tonini non è mai stato citato) in modo sinergico con la Provincia. In maniera del tutto corretta, l'europarlamentare lo riscrive con sue parole a pagina 75. Poi però, la candidata per una Nuova Stagione «taglia» un pezzo del documento (11 righe, 88 parole e 608 battute) e le «incolla» a pagina 97 del suo programma (anche se toglie tre aggettivi e cambia due volte la punteggiatura...), nella parte dedicata alla «Polarità dello sviluppo sostenibile. Così, da «orti, uliveti e parchi secolari» fino a «un'immagine rinnovata e qualificata» sembra di leggere lo stesso testo.
Non si contano invece le parti con vaghe somiglianze, o riferimenti più meno espliciti ad altri testi se non richiami a progetti già concretizzati in altre città e spesso non citati (si pensi alla «città dell'altra economia»). Ma va anche detto che tutto ciò dà atto a Marta Vincenzi di una grande preparazione.
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