Masciarelli, l'uomo che ha «inventato» il vino abruzzese

G ianni Masciarelli se n'è andato l'estate di otto anni fa. Ma è come se fosse ancora lì, grazie all'impronta incancellabile che ha lasciato sulla terra smossa dell'enologia abruzzese e italiana. E grazie a chi continua il suo lavoro, prima fra tutti la moglie Marina Cvetic, che ha asciugato le lacrime e oggi conduce l'azienda con mano ferma.

Masciarelli è una delle realtà produttive più importanti dell'Abruzzo e di tutto il Centro-Sud. Azienda modello, che coniuga grandi numeri e altissima qualità, con una profonda consapevolezza ambientale e una capacità di porsi a modello etico, commerciale e produttivo. Ha il suo cuore a San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti e il suo luogo simbolo nel Castello di Semivicoli, che l'azienda ha recentemente ristrutturato trasformandolo in hôtel de charme tra le vigne. Gli ettari sono 300, suddivisi tra vigneto e uliveto, sdraiati su tutte e quattro le province abruzzesi.

Le bottiglie prodotte sono 2,5 milioni all'anno distribuite in cinque linee: i classici con i «blockbuster»; la Villa Gemma che ha contribuito a fa entrare il Montepulciano di Abruzzo nella mappa mondiale dei grandi vini; la Marina Cvetic che Gianni volle dedicare alla sua compagna di vita e di lavoro e che comprende oltre a un grande Montepulciano e all'Iskra, un altro Montepulciano ma fuori dagli schemi della denominazione, alcune grandi interpretazioni di vitigni internazionali come lo Chardonnay, il cabernet Sauvignon e il Moerlot, oltre a un grandioso Trebbiano Riserva; la Gianni Masciarelli con cui a sua volta Marina ha voluto omaggiare il marito, con tre vini da uuve provenienti da Loreto Aprutino; e la Castello di Semivicoli con i vini prodotte nelle vigne che circondano il relais: un Trebiano, un Pecorino e un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot. Tante etichette ma - vi assicuriamo - nemmeno una sprecata.

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