Massimo Alberti e il valore simbolico del suo programma

Ci sono programmi che hanno (anche) un valore simbolico

Massimo Alberti e il valore simbolico del suo programma
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Ci sono programmi che hanno (anche) un valore simbolico. E '70 '80 '90 all'ora di Massimo Alberti (foto) è uno di questi perché è il simbolo di una nuova fase della radio di flusso alla ricerca di un altro equilibrio dopo anni di inevitabile disorientamento. Lo streaming. I social. L'eccessiva omogeneità musicale. Tutte queste variabili hanno fatto cadere tante radio nel tranello del «nuovo per forza». Spesso le playlist drasticamente rinnovate e il forzato ricambio generazionale hanno deluso gli ascoltatori e notevolmente impoverito i contenuti. D'accordo, ciclicamente accade che una «rivoluzione» azzeri il presente e si riparta daccapo, ma il processo non è mai stato così repentino. Ora ci sono segnali di una inevitabile stabilizzazione. E l'ora di musica mixata da Massimo Alberti è uno di questi (Rtl 102.5 venerdì dalle 18 alle 19).

Intanto lui è uno dei deejay più popolari d'Italia grazie a una lunghissima carriera e alla collaborazione con Amadeus nelle prime serate di Raiuno dall'Arena di Verona. E il suo programma lo rappresenta in pieno perché mescola i brani di più popolari e riconoscibili degli anni Settanta, Ottanta e Novanta creando una playlist alla quale è difficile resistere. Vero, il pop è novità. Ma è difficile non battere le mani a tempo con We will rock you dei Queen o non cantare un ritornello dei Bee Gees.

Insomma, questo è un programma di musica che non ha tempo, è ormai entrata nella memoria collettiva e quindi non può più essere «catalogabile» come moderna o antica. È semplicemente bella e piace a tutti, non soltanto ai boomer.

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