Dovevano piangere per la figuraccia rimediata con l'Inter. Invece si sono affrettati ad andare a fare l'inchino a Josè Mourinho. Questa è l'Inter lasciata da Mou: uno straccio sul campo e stracciata nel suo ricordo. Tanto da correre subito a farsi asciugare le lacrime, trovar consolazione, magari farsi consiliare. Sei mesi dopo la finale di Champions League e l'abbraccio in lacrime fuori dal Santiago Bernabeu, primo chiaro segnale dell'imminente addio fra Josè Mourinho e l'Inter, Marco Materazzi e il portoghese si sono incontrati di nuovo a Milano. Il difensore interista, infatti, ha fatto visita a Mourinho nell'hotel a pochi passi dal Meazza, sede del ritiro del Real Madrid.
In mattinata sono stati avvistati nell'albergo che ospita Mourinho e il Real anche Samuel Etòo, Julio Cesar, Giuseppe Baresi e altri dipendenti dell'Inter, che hanno voluto salutare l'allenatore con cui la scorsa stagione hanno realizzato la tripletta. Niente di male, magari ci sarebbe voluto andare anche Moratti. Non certo una soddisfazione per chi, come il nuovo allenatore Benitez, si è ritrovato con giocatori spenti e spremuti, macerie più che una squadra da triplete, qualcuno ancora legato a Mou non solo sul piano affettivo, taluni, i più deboli, tuttora imbevuti delle sue esasperanti prediche.
Finchè l'Inter, e soprattutto i suoi giocatori, non riusciranno a dimenticare il tecnico precedente e le esperienze vissute con lui, sarà difficile gente con voglia di lottare, vincere, ancora affamata. Quel correre da Mou è il segnale di pance piene o teste altrove. Per tutti quella di Maicon.
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