RomaE Deaglio cadde in Piazza. È proprio il caso di dire che il rimedio è stato peggiore del male. Silvia Deaglio, la figlia del ministro del Welfare, Elsa Fornero, attaccata per il suo «posto fisso» allUniversità di Torino, dove insegnano anche entrambi i genitori, si difende. Anzi, tenta di difendersi. Cerca di ripararsi dal diluvio di critiche che sono piovute addosso - non tanto a lei quanto alla mamma - esibendo titoli di studio e pubblicazioni. «Non devo giustificarmi con nessuno: per me parla il curriculum che è pubblico», sbotta la genetista, sollecitata da una sfilza di domande incalzanti di un giornalista del Corriere. Purtroppo per lei però linvito viene subito accolto dallintero popolo della rete, che si precipita a leggere, incuriosito, il ponderoso elenco delle sue imprese, facilmente rintracciabile su Internet. E così tra un cinguettio su Twitter e una pagina di Facebook si scopre che nella luminosa e fulminante carriera della professoressa Silvia Deaglio la figura chiave non è quella della volitiva mamma ministro e neppure quella del brillante papà, Mario Deaglio, giornalista ed economista. Il deus ex machina si chiama Alberto Piazza, professore di Genetica umana, sempre a Torino. Tra i tanti meriti attribuiti alla giovane dalla commissione giudicatrice che lha nominata professore associato cè anche la sua «ottima capacità di attrarre fondi di finanziamento per la ricerca sia nazionali sia internazionali». Un riferimento al ruolo di capo unità di ricerca della Deaglio presso lHugef, Human genetic Fundation di Torino.
Ora gli internauti non sono colpiti solo dal fatto che Fornero fosse in quel momento vicepresidente di Compagnia di Sanpaolo, prima azionista di Intesa Sanpaolo, finanziatrice della fondazione Hugef. Il particolare che tutti sottolineano è un altro. Ovvero il fatto che il presidente dellHugef sia il professor Alberto Piazza e che sempre il professor Alberto Piazza sia pure il presidente della commissione giudicatrice che nomina la Deaglio professore associato, apprezzandone appunto la capacità di attrarre i fondi di finanziamento, assegnatili attraverso lente di cui è vicepresidente mamma Elsa e presidente lo stesso Piazza, che in pratica si complimenta con se stesso e la Fornero. Cè da farsi girare la testa perché poi lo stesso professor Piazza è docente nella stessa Università di Torino dove insegnano i genitori di Silvia Deaglio e lei stessa.
Il ministro del Welfare ha piena fiducia nella capacità della figlia di uscire dal pantano: «Mia figlia è in grado di difendersi da sola e ne ha tutti i mezzi», taglia corto il ministro. E Silvia Deaglio appare più infastidita che preoccupata: «Non penso ritrovarsi in questa situazione possa far piacere a qualcuno - dice - non sono interessata a ribattere a persone che ti hanno condannato così sulla base di un blog». La figlia del ministro ricorda di avere «93 pubblicazioni in 16 anni», ribadendo di non voler né giustificarsi né parlare con i giornalisti perché per lei parlano «i lavori scientifici».
Magari sarà demagogia, però la reazione dellopinione pubblica è pure scontata. Insomma i ministri se la sono un po andata a cercare. Se il governo invita i giovani a rinunciare al posto fisso (Fornero) o li accusa di volere il lavoro accanto a mamma e papà (ministro dellInterno, Anna Maria Cancellieri) non stupisce che gli stessi giovani vadano a fare i conti in tasca ai ministri, scoprendo, purtroppo che i loro figli non soltanto hanno il posto fisso ma pure nella stessa «azienda» dei genitori.
E così non stupisce che si vadano a fare le pulci anche nella carriera di Michel Martone, il viceministro al Welfare, dopo la sua infelice uscita sugli «sfigati» che si laureano dopo i 28 anni. Martone divenne professore ordinario a 29 anni grazie ad un concorso bandito dallAteneo di Siena. Accusato di aver «rubato» il posto agli altri candidati è lui stesso a spiegare sul suo blog che « tutti gli altri candidati si sono ritirati dal concorso in questione» perché vincitori in altre sedi.
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