Meazza, nuovi spogliatoi da Vip Tv al plasma e poltrone di velluto

Gian Piero Scevola

Questa sera San Siro è in castigo e gioca la partita di Champions senza pubblico, ma nella «pancia» della Scala del calcio l’attività è in fermento, i cambiamenti sono sostanziali e, col nuovo campionato alle porte, le squadre troveranno tante novità. A cominciare dagli spogliatoi completamente rinnovati. Ma non solo, perché è in costruzione un tunnel che permetterà alle squadre di entrare sul terreno di gioco all’altezza della metà campo, eliminando il serpentone che conduceva allo storico sottopasso. Una novità voluta dall’Inter (e dall’Uefa) dopo la vergognosa esibizione della Curva nerazzurra nell’euroderby di Champions dello scorso 12 aprile.
Ma andiamo per gradi perché il contratto trentennale, col quale Palazzo Marino ha concesso lo stadio a Inter e Milan a 7 milioni annui di affitto, prevede che la metà venga corrisposta cash dai due club, mentre l’altra metà sia scomputata come «migliorie» a carico del proprietario, ovvero il Comune. Nei primi 5 anni, Inter e Milan avrebbero dovuto spendere 30 miliardi di vecchie lire per ringiovanire il Meazza ma, poiché tale cifra non è stata ancora spesa, il Comune ha concesso una proroga fino al 30 giugno 2006. Il progetto è faraonico, il quarto anello (in estensione e non in altezza) rimodellerà tutta l’area dello stadio, ma intanto il progetto dell’architetto Giancarlo Ragazzi ha totalmente cambiato la disposizione degli spogliatoi che saranno ultimati nei primi giorni di ottobre. Addio quindi ai vecchi vani, alla piscinetta, alla palestrina per il riscaldamento. Faraonico lo spogliatoio del Milan: anticamera, ufficio per l’allenatore, sala massaggi con otto lettini e macchine per il riscaldamento, sala per i giocatori con 18 poltrone di velluto griffate Milan, armadietto per gli indumenti e 18 schermi tv al plasma per permettere di rivedere le azioni o qualsiasi altro filmato. Stessa ambientazione per quello dell’Inter, però senza poltrone e tv: è più spartano ma elegante e raffinato. Il progetto di Boeri Studio è stato adeguato alle esigenze dell’Inter ed è stato utilizzato il materiale «corian», praticamente indistruttibile, per arredi e servizi igienici.
La gara di appalto indetta dal Comune è stata aggiudicata alla Sogemi che sta marciando a tutta velocità per ultimare i lavori. Altra novità: gli spogliatoi delle milanesi saranno interdetti a qualsiasi altra squadra, per gli avversari sono pronti altri due spogliatoi (e siamo così arrivati a quattro rispetto agli unici due pre-esistenti), altrettanto galattici ma non personalizzati. Spazi per le interviste tv e radiofoniche sono stati predisposti al piano terra, mentre il primo piano è riservato agli arbitri, ai delegati Figc e Uefa e ai medici dell’antidoping. Anche qui ristrutturazione totale, con vani funzionali e supertecnologici e un tocco di civetteria: un’apposita stanza riservata all’eventuale arbitro o assistente femminile.
La spesa del tunnel invece è a carico delle due società e la sua realizzazione è stata affidata all’Impresa Rossi che ha garantito l’ultimazione entro fine ottobre. Manca ancora l’approvazione della Commissione di Vigilanza (già data invece per i tornelli agli ingressi) che però verrà concessa entro metà settembre. I lavori procederanno poi a piè sospinto per permettere la grande rivoluzione del sottopassaggio che sbuca a centrocampo. Inter e Milan, che si sono trovate d’accordo su tutto, qui hanno invece idee differenti: l’ad nerazzurro Luciano Cucchia, vorrebbe l’uscita a metà campo e un ulteriore serpentone di 8/10 metri per proteggere i giocatori. Il suo collega rossonero Alfonso Cefaliello, propende invece per un’uscita stile Olimpico, con i gradini da salire visibili da parte del pubblico. Due concezioni diverse: sicurezza e spettacolo, ma un’intesa verrà trovata.
Ma, direte voi, tutti questi bei lavori quanto verranno a costare? Neppure tanto: 600mila euro per rimodernare l’impianto e adeguarlo ai parametri di sicurezza dell’Uefa.

Anche in previsione degli europei 2012 che l’Italia vorrebbe organizzare e che dovranno vedere il Meazza come autentico gioiello di architettura calcistica e di funzionalità. Per pensare poi, chissà, anche alle Olimpiadi a Milano.

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