Uno stanziamento di 8 milioni di euro (che si aggiungono ai 12 già stanziati lo scorso) per consentire ai medici di medicina generale di avere a disposizione personale di studio e dare piena operatività alle Aggregazioni Funzionali Territoriali, introdotte dal nuovo accordo, affinché si integrino nel modello di riorganizzazione della rete delle cure primarie. È il frutto della preintesa sull'accordo integrativo regionale 2023 della medicina generale. Di cosa stiamo parlando? Delle nuove forme di aggregazione dei medici di base che si potranno consorziare grazie ai nuovi incentivi, ovvero dei fondi che permettono di pagare la presenza dell'infermiere fino a 9 ore alla settimana e la segretaria fino a 18 ore settimanali (non sono previsti aiuti per le spese di studio o per l'assistenza domiciliare). Questo permette ai cittadini di trovare sempre qualcuno a disposizione, indipendentemente dal medico curante, che risponda al telefono, sia in studio per il ritiro di ricette, certificati o impegnative. In sostanza che sia un punto di riferimento concreto per i pazienti. Non solo, l'infermiere in studio, a disposizione del consorzio dei medici associati, potrà fare iniezioni, medicazioni, misurare la pressione o prendere i valori della glicemia ai pazienti per quasi due ore al giorno, indipendentemente dal medico curante. In «cambio» i medici si impegnano, a turno, a essere presenti per tutta la giornata, tra mattina e pomeriggio, tenere aperto lo studio il lunedì mattina e il venerdì pomeriggio e il sabato, quando in genere gli studi sono chiusi, ricevere il paziente di uno dei medici aggregati di essere ricevuto quando il suo è indisponibile.
«Per far funzionare veramente la medicina del territorio è indispensabile che le Aggregazioni Funzionali Territoriali spiega l'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso trovino la loro piena operatività. I medici possono, all'interno del Distretto dell'Asst, lavorare in rete con gli specialisti, contare su personale amministrativo e infermieristico e utilizzare la telemedicina e il telemonitoraggio. Nel documento è confermato anche lo stanziamento di 1,8 milioni (ulteriore agli altri 8 milioni) per incentivi ai medici che prestano servizio nelle aree disagiate e disagiatissime».
Fondi considerati scarsi dall'Ordine dei medici della provincia di Milano: «Questi 8 milioni sono insufficienti per coprire il numero dei medici che hanno fatto domanda - spiega il presidente Carlo Rossi - se si vuole diffondere questo modello.
Così servirebbero più incentivi, per esempio per sostenere le spede di studio, per invogliare i medici ad aderire». L'Ordine sottolinea anche il ritardo nello scorrimento delle graduatorie del 2022 per cui i medici che hanno fatto domanda non sanno ancora se hanno avuto o meno il posto, così la mancata distribuzione dei fondi 2022.
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