Meghnagi rinuncia all'Ambrogino per togliere dall'imbarazzo il Pd

Il presidente della Comunità ebraica: "Non voglio divisioni". Ma la Lega non ritira la candidatura sua e della Brigata ebraica

Walker Meghnagi
Walker Meghnagi
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«Non voglio che il mio nome sia fonte di divisione all'interno del Comune». Il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi ringrazia chi lo ha candidato all'Ambrogino d'Oro, ossia l'eurodeputata e consigliera della Lega Silvia Sardone, «ne sono onorato - ha premesso ieri -, devo però chiedere che il mio nome non venga preso in considerazione. Continuerò a lavorare per l'unità di tutte le istituzioni contro l'antisemitismo». E cita non a caso una delle fonti di polemica. Nelle scorse settimane iscritti alla Comunità, vicini alla sinistra, avevano scritto al sindaco Beppe Sala una lettera chiedendogli di non assegnare a Meghnagi l'Ambrogino. La colpa? Aver invitato alla commemorazione del 7 ottobre in Sinagoga il presidente del Senato Ignazio La Russa. Meghnagi ricorda invece che l'evento «ha visto un'altissima partecipazione di pubblico (ebrei e non) e la presenza di personalità come la senatrice Liliana Segre, La Russa, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini» del Pd, il governatore Fontana, il sindaco, l'ex presidente Anpi Roberto Cenati. «Tutti uniti - rimarca - nel ricordare il dolore di quel massacro e nel chiedere la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Di fronte all'antisemitismo non devono esserci divisioni politiche. E al contempo non bisogna avere paura a denunciare il vecchio odio antiebraico a destra, così come quello a sinistra che assume maschere nuove e stenta ad essere riconosciuto come tale». La riunione dei capigruppo che si terrà a metà novembre per decidere la rosa dei premiati alla cerimonia del 7 dicembre si preannuncia comunque bollente. É meno diplomatica infatti Sardone, che ribadisce che non ritirerà la candidatura e svela alcuni retroscena: «Il suo nome non piace all'estrema sinistra e ai centri sociali ed è inaccettabile che il Pd si allinei agli antisemiti. Vedremo cosa voteranno». Sardone riferisce che l'ex capogruppo Filippo Barberis, oggi capo di gabinetto del sindaco, «pare che prima abbia spiegato a Meghnagi che non poteva essere candidato perchè presidente in carica di un'associazione, veto non previsto dal Regolamento. Poi, gettando la maschera, pare abbia detto che il Pd non lo avrebbe potuto sostenere. È ovvio che una persona perbene come Walker dopo certe telefonate e come presidente della comunità prenda determinate posizioni. É altrettanto ovvio che Milano debba andare oltre le divisioni interne alla sinistra riconoscendogli l'onorificenza che merita». La consigliera leghista insomma ritiene che «il capo di gabinetto del sindaco lo abbia convinto a sfilarsi per evitare che il Pd dovesse palesare il voto contrario. Ma manterrò la candidatura e vedremo se si schiererà con gli antisemiti». Il capogruppo della Lega Alessandro Verri peraltro ha candidato anche la Brigata Ebraica, regolarmente fischiata da antagonisti e pro Gaza al corteo del 25 aprile. Anche qui i dem progressisti rischiano l'imbarazzo.

Il consigliere di

Europa Verde Carlo Monguzzi invece su Meghnagi festeggia il passo indietro di Meghnagi: «Bene, era una candidatura assolutamente assurda. Abbiamo bisogno di gente di pace, di linguaggio di pace, di una politica di pace».

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