«La Melandri e Rossi dove sono?»

Indignata la deputata azzurra Carlucci. Prosperini (assessore lombardo allo sport): «A Parigi Marco dev’esserci, da capitano»

Jacopo Casoni

Stupore e indignazione. Gabriella Carlucci (Fi), accoglie con sdegno la decisione della Fifa di squalificare per due turni il difensore dell’Inter e della nazionale Marco Materazzi. «È una sentenza spropositata – attacca il parlamentare azzurro – e con questa decisione nasce la figura e la tutela del provocato. È successo qualcosa di grave: è come se si sancisse che è lecito farsi giustizia da soli. Nei campi di calcio di ogni categoria sono successe, succedono e succederanno cose del genere; frasi così si sentono dappertutto. Chissà cosa disse Poulsen a Totti durante lo scorso europeo? Una sentenza così non era mai stata emessa: è inaudito».
La polemica da italiana e da sportiva non può non toccare anche l’atteggiamento di coloro ai quali spetta prendere le dovute iniziative politiche per tutelare lo sport azzurro. «Sono indignata – prosegue – per la latitanza del ministro Melandri. Si poteva e si doveva far sentire la propria voce, sia come governo che come Federcalcio. Anche le parole di Guido Rossi («accettiamo la sentenza della Fifa, l’opinione pubblica giudicherà», ndr) mi sembrano deboli, è davvero troppo poco».
Attacchi a Rossi anche dal forzista Maurizio Lupi: «Quando c’è di mezzo l’Italia si usano due pesi e due misure. E il commissario, invece di inseguire modelli moralistici, dovrebbe pensare a far rispettare gli azzurri nelle sedi internazionali».
L’interista Ignazio La Russa (An) sottolinea l’inconsistenza politica del football nostrano. «È una sentenza scandalosa – dice –. Questo è il segnale delle condizioni disastrose in cui è lasciato il calcio italiano, senza alcun peso politico a livello internazionale». Poi, chiude con una proposta diretta al difensore nerazzurro. «Mi offro come avvocato difensore di Materazzi. Non per soldi, né tantomeno per visibilità personale, ma per avere la possibilità di dirne di tutti i colori alla Fifa».
Altrettanto duro l’assessore allo Sport della Regione Lombardia, Pier Gianni Prosperini. «La Federcalcio valuti tutte le strade praticabili per far sì che venga quantomeno ridotta una squalifica sproporzionata: Marco Materazzi, il 6 settembre a Parigi contro la Francia deve esserci, magari con la fascia di capitano».
Dall’altra parte della barricata politica, per una volta, l’identità di vedute circa l’inopportunità della squalifica e la necessità di manifestare la propria indignazione è totale. Il deputato del Prc, Pietro Folena, non accetta la sentenza e ne sottolinea il carattere diseducativo. «Un errore enorme, che mi turba moltissimo – tuona – e mi sembra che inciti alla violenza. Spero proprio non finisca qui». Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi alla Camera, definisce la sentenza «una testata allo sport italiano» e si scaglia contro la Fifa e Blatter, reo di aver fatto seguire quest’ingiustizia allo «sgarbo della finale, quando, primo presidente nella storia dei mondiali, non si è presentato per premiare la squadra campione».
Ultimo capitolo, una nuova piccola polemica in seno alla sinistra.

Salvatore Buglio, deputato della Rosa nel pugno, ha esternato il suo disappunto per «l’ennesima dimostrazione di debolezza dell’Italia, e non solo della Figc, rispetto alla Francia. Zidane, dopo il gesto osceno, è stato perdonato dalla stampa e perfino da Chirac. Da noi, invece, una certa sinistra, molti opinion leader, penso a Cossiga, e alcuni giornali hanno attaccato Materazzi».

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