Meno sale nel pane: al via il progetto per la salute in tavola

È cominciata con l'adesione di circa 150 panificatori lombardi l'iniziativa del ministero per combattere l'abuso di sale nella dieta. I prodotti avranno uno speciale bollino arancio

Meno sale, più salute. A partire da uno degli alimenti base della dieta italiana: il pane. Sono circa 150 i panificatori della Lombardia che stanno sperimentando per un mese la produzione e la vendita di pane con ridotto contenuto di sale (dal 2% sul totale della farina all'1,8%). L'iniziativa, «Con meno sale nel pane c'è più gusto e guadagni in salute», rientra in un accordo del ministero della Salute con le associazioni dei panificatori di tutta Italia nell'ambito del programma «Guadagnare salute». In un secondo momento sforneranno pane a ridotto contenuto di sale tutti i fornai lombardi che lo vorranno.
«L'intento - spiega la dottoressa Daniela Galeone, direttore dell'Ufficio 2/o del Dipartimento Prevenzione e Comunicazione del Ministero della Salute - è quello di contribuire a combattere tutta una serie di malattie cardiovascolari, ma anche l'obesità e le patologie renali. Questo perché gli italiani consumano troppo sale. Basti pensare che, mentre l'Oms raccomanda un consumo massimo di 5 grammi al giorno, l'ultima statistica a nostra disposizione, risalente agli anni Novanta, ci dice che la media è doppia, di 10-12 grammi giornalieri. Per questo abbiamo deciso di monitorare la popolazione, non solo quella degli adulti e degli ipertesi, ma, per la prima volta, anche quella dei bambini. Abbiamo selezionato dei volontari e a giugno diffonderemo i primi risultati sul consumo di sale degli italiani, con un dosaggio fatto dopo un'analisi delle urine nelle 24 ore».
L'iniziativa nasce anche da alcuni dati epidemiologici in base ai quali in regioni come l'Umbria e la Toscana, dove prevale il pane sciapo, il rischio di ictus e infarti è stimato del 6% in meno. «E questo - precisa la dottoressa Galeone - benché si tratti di regioni dove c'è una tradizione di consumo di salumi». Questo però è solo il primo gradino di un percorso lungo. «Abbiamo cominciato dal pane in quanto alimento molto consumato da tutta la popolazione, il tutto nell'ambito di un programma dell'Ue, area dove il consumo di pane, artigianale o industriale, è comune a tutti i paesi». Come riconosceranno i consumatori il pane anti-ipertensione? «Sulle confezioni - conclude Galeone - ci sarà un bollino arancione con una faccia che ride. Oltre alle strutture regionali delle associazioni di categoria abbiamo avuto anche l'adesione di un'importante associazione di panificatori industriali.

Quello che ci teniamo a sottolineare è che anche il prodotto tradizionale in Italia è controllato e sicuro, e che quella del ministero non è una campagna impositiva ma propositiva, attraverso accordi con le organizzazioni. Il bollino non vuole essere un'indicazione di qualità ma solo di adesione a un programma con un obiettivo-salute».

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