Perugia - Il giorno della memoria e del dolore. Il padre, la madre e la sorella di Meredith
Kercher, John, Arline e Stephanie sono giunti al palazzo di Giustizia per la loro deposizione nel
processo a Raffaele Sollecito ed Amanda Knox, accusati
dell’omicidio della studentessa inglese.
I congiunti di Mez sono stati citati come testimoni dagli avvocati
Francesco Maresca e Serena Perna che li rappresentano come
parte civile. In una dichiarazione diffusa ieri sera Stephanie Kercher
ha spiegato che la famiglia è a Perugia "per chiedere giustizia e per
dire cosa è successo a una persona speciale come Meredith che
era arrivata qui solo per studiare".
L'ultima telefonata con la madre È stata Arline Kercher, madre di
Meredith, la prima a
deporre. Arline ha risposto - grazie all’aiuto di una traduttrice - a tutte
le domande poste sia dall’avvocato di fiducia Francesco Maresca
che dal Pm Giuliano Mignini". Il primo novembre, giorno dell’omicidio di mia figlia, abbiamo fatto
una lunga chiacchierata telefonica nel primo pomeriggio" ha
affermato Arline "Meredith mi aveva detto di essere molto stanca
dato che la sera prima per la festa di Hallowen aveva fatto tardi. Nel
pomeriggio comunque sarebbe andata da alcune sue amiche a
vedere un film e poi subito a casa. Era stanca e in più doveva finire
alcuni compiti universitari".
Dopo dieci giorni sarebbe tornata a casa Arline aggiunge inoltre che con la figlia, quel nefasto primo
novembre del 2007, aveva parlato a fondo anche dei progetti futuri. "Metz - spiega - aveva già ordinato dei biglietti di viaggio per tornare
a casa in occasione del mio compleanno: l’11 novembre. Sarebbe
partita il 9 novembre. Poi mi aveva detto che per Natale sarebbe
rientrata da Perugia intorno al 18 dicembre e che bisognava in fretta
prenotare i biglietti dato che dopo il costo sarebbe notevolmente
cresciuto".
L’avvocato Maresca - legale della famiglia Kercher - ha chiesto ad
Arline come ha saputo della morte. La donna risponde a fatica
oppressa dal dolore: "È terribile mandare una figlia a studiare e poi
non vederla ritornare più. Noi non supereremo mai questo lutto:
soprattutto per la brutalità e la violenza che ha subito nostra figlia".
"Morte incredibile e surreale" "La sua morte è stata incredibile e
surreale.... La cerco ancora..... Non è soltanto la morte, ma la
brutalità, la violenza di ciò che è stato fatto", ha dichiarato Arline, "è uno
choc tremendo. Non lo supereremo mai".
Il ricordo del padre: "Voleva fare la giornalista" "Meredith sognava di fare la
giornalista o di lavorare a Bruxelles per la Commissione europea.
Qualsiasi cosa avesse scelto per me sarebbe andato bene": è il
ricordo del padre della studentessa inglese, John, davanti alla Corte
d’assise di Perugia. E proprio dai mezzi d’informazione, lui
giornalista, ha detto di avere appreso dell’omicidio della figlia. "Le piacevano tantissimo la pizza e il cioccolato" ha detto ancora
John Kercher parlando della figlia.
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