"Mi ritiro? Ma figuriamoci Per me gli 80 anni sono come quattro volte 20"

Il concerto all'Arena di Verona su Canale 5 il 23 "Con Giorgia Meloni canterei il brano Libertà"

"Mi ritiro? Ma figuriamoci Per me gli 80 anni sono come quattro volte 20"
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Verona. Al Bano, oggi compie 80 anni.

«Non usi mai quel numero con me. Per me sono 4 volte 20».

Come il concerto dell'altra sera all'Arena di Verona (in onda su Canale 5 in prima serata martedì 23).

«Pensi che quando ero un ragazzo manco sapevo esistesse l'Arena di Verona, figurarsi se mi sarei immaginato di cantarci dentro a ottant'anni».

Ora può ritirarsi.

«Ma per carità. Se il buon Dio mi dà la salute, ho ancora un sacco di cose da fare».

Giovedì sera Albano Carrisi, detto Al staccato Bano da quando entrò nel Clan di Celentano, ha invitato famiglia e amici per cantare il proprio compleanno. Da Romina Power a Gianni Morandi, Umberto Tozzi, Arisa eccetera con tanto di telefonata di Celentano in persona. Uno show kolossal. E una conferma che questo emigrante (come si definisce sempre) rimane giovane perché si impegna sempre come se avesse vent'anni, e difatti a fine serata aveva la voce scarica: «Ho picchiato troppo», sorride.

Ha detto che il miglior regalo sarebbe che Putin finisse la guerra.

«La guerra finisce come finiscono tutte le cose. E io spero che la pace sia un'ottima pace».

Poi tornerebbe a esibirsi in Russia?

«Con l'aria di pace sarò il primo ad attraversare di nuovo i confini della Russia».

Pupo voleva farlo qualche giorno fa per partecipare a un festival, ma lei lo ha criticato.

«Alt! Io non ho detto nulla contro Pupo. Mi è stato chiesto se io l'avrei fatto e ho risposto di no. Fine. Ognuno può fare quel che vuole e chi sono io per giudicare».

Lei si chiama Albano perché suo padre aveva combattuto in Albania.

«Mi ha raccontato tante volte la sua odissea durante la Seconda guerra mondiale, i commilitoni saltati in aria per le granate, le trasferte, l'amore segreto con mia mamma. I suoi racconti sono diventati il mio punto di riferimento. Anzi, le posso dire?».

Prego.

«Il suo esempio mi ha aiutato a non diventare mai vittima delle cose negative. Anche io, come tutti, ho avuto le mie guerre ma le ho sempre affrontate per vincerle».

Quando è arrivato a Milano a inizio anni Sessanta non aveva una lira.

«Non avevo niente. Dormivo nelle case disabitate delle quali avevo pitturato le porte. Poi un giorno mi hanno scoperto...».

Oggi i ragazzi, specialmente a Milano, si lamentano del caro-affitti.

«Intanto bisogna evitare che su queste proteste ci siano strumentalizzazioni politiche. Di certo, quando io sono arrivato al Nord, non avevo nessuno ad aiutarmi, né zii né nipoti né amici. Come compagnia avevo soltanto gli insegnamenti di mio papà».

L'altra sera all'Arena ha invece avuto molta compagnia.

«Mi ha commosso che Gianni Morandi abbia abbandonato la sua Romagna martoriata e, da sfollato, sia venuto a cantare con me. Per salvarsi dall'alluvione, è stato aiutato dai vigili del fuoco, mica una cosetta».

Durante la vostra esibizione ha chiamato Celentano.

«Beh, in fondo è stato il mio primo datore di lavoro».

Magari potreste cantare insieme.

«Non oso chiederglielo».

Ieri Silvio Berlusconi è stato dimesso dall'ospedale.

«Una bella notizia. In futuro lo rivaluteranno molto, ha scatenato tanta invidia ma ha un cuore più grande di tutte le sue aziende. Ricordo che, quando abbiamo attraversato la disgrazia di mia figlia Ylenia, lui mi mandava un telegramma al giorno. Ogni giorno. Se hai bisogno conta su di me. Anche Sophia Loren è stata molto presente. Invece il governo di allora chi l'ha mai sentito?».

All'Arena di Verona c'erano anche Renato Zero, Umberto Tozzi e tanti altri.

«Sono venuti senza cachet, giusto per farmi gli auguri. Anche per loro, come per me, l'amicizia non si conta con i soldi».

Durante un duetto con Romina, ha detto: «Sceglierei sempre te».

«Dovendo rivivere quello che ho vissuto, sceglierei lei di nuovo, per forza. Ma sceglierei anche Loredana Lecciso per rivivere le cose che abbiamo fatto».

La più difficile della carriera?

«Beh forse quando ho dovuto fare l'emigrante negli anni '70. Avevo capito che ogni anno si cambiava bandiera e che noi cantanti classici eravamo considerati come l'oppio dei popoli. Quindi sono andato in Sudamerica o in Australia e ho rivissuto grandi successi. Come le rondini che sanno annusare la primavera, ho capito che la mia primavera era fuori dall'Italia. Momenti difficili. Morandi l'hanno massacrato in modo incredibile».

Dovesse fare un duetto con Giorgia Meloni?

«Le proporrei di cantare il nostro brano Libertà al posto di Romina».

Magari ci sarà l'occasione.

«Perché no, se lei ci sta, io sono pronto».

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