«La più grossa strizza nella storia del Liverpool». Così i giornali inglesi hanno dipinto i 44 minuti di panico in cui i dilettanti dellHavant & Waterlooville hanno gettato i Reds, nel match di FA Cup giocato ieri ad Anfield. Già, perché fino a quel momento i piastrellisti, tassisti e spazzini di settima divisione stavano vincendo ad Anfield Road. Come se la Cinisellese battesse la Juve.
La favola non è stata a lieto fine, però. E di sicuro nei due sobborghi-dormitorio di Portsmouth, da dove provengono gli «Hawks», non daranno la cittadinanza onoraria allisraeliano Yossi Benayoun, che con una tripletta ha crudelmente affossato i sogni di gloria della «miglior squadra da pub dInghilterra», come si autodefiniscono ironicamente i 6mila tifosi dei «Falchi», che cantano «Que sera, sera» e che nonostante il 5-2 finale non scorderanno mai lemozione del gol di Pacquette. Un assistente scolastico che, dopo pochi minuti, mette alle spalle di Reina, nemmeno fosse lInzaghi scatenato di Atene. Ora gliene facciamo sette, mugugnano gli hooligans di casa. E in realtà Pezzini sistema subito le cose. Almeno fino a quando il neo acquisto Skrtel (pagato 10 milioni di euro, quando lacquisto più caro della storia dellHavant è costato «ben» 6mila euro) debutta con unautorete. E vai a spiegare alla Kop disonorata che è tutta colpa di Alfie Potter, unico professionista degli Hawks. Uno che con un cognome così magico può far carambolare il suo cross dove gli pare.
Il resto è il trionfo della prosa sulla poesia.
Ma in fondo certe scommesse si vincono anche senza vincere. Basta esserci.
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