"Quando Angela Merkel ha aperto le porte della Germania a centinaia di migliaia di migranti, certamente ha sottovalutato il rischio di conflitti sociali". Dopo aver impallinato il presidente della Francia Emmanuel Macron per le sue colpe nella cattiva gestione dell'emergenza immigrazione, Matteo Salvini passa ad attaccare la cancelliera tedesca. Lo fa con una durissima intervista alla radio Deutsche Welle, concessa mentre il governo Conte si appresta a festeggiare i suoi primi cento giorni. "Il governo tedesco ha sottovalutato il problema per anni - spiega - e l'emergere di Alternative für Deutschland è una chiara reazione". Lo scorso 4 luglio, proprio per porre rimedio a tutti questi errori, il vice premier leghista ha emanato una direttiva che stringe i cordoni alla possibilità per gli immigrati di ricevere il diritto di asilo e ora sta lavorando per aumentare il numero delle espulsioni.
Salvini ha bene in mente la piazza gremita a Chemnitz, dove i partiti anti immigrati hanno protestato contro la Merkel. Quella piazza è, infatti, il fallimento delle politiche migratorie portate avanti dalla Germania e dall'Unione europea negli ultimi cinque anni. "Ancora ricordo cosa accadde durante le celebrazioni per il Capodanno a Colonia nel 2015 e altrove - sottolinea alla Deutsche Welle - comunque la violenza non è mai la soluzione. La violenza chiama violenza, ma il governo tedesco ha sottovalutato il problema per anni e l'emergere di Afd è una chiara reazione". E a chi gli chiede se si sente più vicino al premier ungherese Viktor Orban, che vuole sigillare i confini dell'Europa, o alla Merkel, disponibile a una redistribuzione dei migranti, spiega che il suo obiettivo è "prendere qualcosa di buono da tutti". "Orban parla della difesa dei confini dell'Europa, della protezione nei paesi di origine e degli investimenti in Africa, e io sono d'accordo con lui - continua - Merkel propone una redistribuzione all'interno dell'Europa e io posso essere d'accordo anche con questa posizione nel futuro prossimo".
Il Nord Africa ora rischia di essere una polveriera. Il caos libico potrebbepresto trasformarsi in una nuova ondata di immigrati pronti a salpare verso le coste italiane. "Quello che dobbiamo fare è aiutare queste persone in modo che non fuggano dai loro paesi", spiega Salvini ribadendo la necessità di investire, al più presto, 500 milioni di euro in Africa. "L'Italia deve essere la protagonista del processo di stabilizzazione del Mediterraneo - continua - le incursioni di altri che hanno interessi economici non devono prevalere sul bene comune che è la pace. Anche io personalmente sono disponibile a correre qualche rischio e a tornarci presto, perché è troppo importante una Libia finalmente pacificata". Per quanto riguarda, invece, gli immigrati che sono già sbarcati (illegalmente) nel nostro Paese, il ministro dell'Interno è determinato a proseguire col pugno duro. E con le espulsioni. Da qui l'idea, alla luce anche della direttiva emanata dal Viminale lo scorso 4 luglio, di dare un giro di vite a chi non può stare in Italia.
"Ora siamo al lavoro per aumentare espulsioni, cosa che chi mi ha preceduto purtroppo non ha fatto", spiega il leader leghista annunciando "tempi più rapidi" per cacciare i clandestini e "minori costi" sul diritto di asilo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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