Milan in Champions da sorvegliato speciale

Franco Ordine

Ammesso in coppa Campioni e fustigato in pubblico. Al Milan è toccato il dolce di un verdetto sacrosanto, giuridicamente inappuntabile seguito, quasi per rappresaglia, dall’amaro di una motivazione dura, durissima, feroce addirittura. «Si ritorna a vivere, si ritorna al calcio» il commento stringato di Adriano Galliani, il vice-presidente vicario del club pluridecorato in Europa, rimasto col fiato sospeso fino al pomeriggio di ieri. Vinto dalla tensione s’è lasciato poi andare a un breve sonno ristoratore prima di tornare alla scrivania. Ha letto il primo lancio d’agenzia, «Milan ammesso» e si è fermato al valore della notizia tanto attesa, alla Champions league riguadagnata dopo mesi di tormenti, settimane di battaglie legali. «Non potevano sbagliare due volte, non c’erano gli strumenti per adottare provvedimenti disciplinari» il secco giudizio dell’avvocato Leandro Cantamessa, legale della società sei volte campione, intervenuto in diretta su «Milanchannel» al termine di uno speciale dedicato all’evento. In serata da Montecitorio anche il presidente Silvio Berlusconi ha esultato: «Sono soddisfatto della partecipazione alla Champions e vorrei anche vedere: siamo la squadra numero uno in Europa, quella che ha svolto il miglior gioco, un esempio di lealtà per il comportamento dei suoi giocatori in campo. L’esclusione sarebbe stata paradossale e fuori da ogni ragione». L’ex premier spalanca gli occhi di fronte alla «sorveglianza» promessa dall’Uefa: «Non ci credo che ci siano queste cose, francamente le devo vedere, perchè mi sembrano delle bestemmie. La verità è una sola: il Milan è stato solo danneggiato dai comportamenti arbitrali in favore di altre squadre. Punto. C’è stata una grande montatura che ha tolto al Milan due scudetti negli anni recenti e uno nel ’90. Nella mia gestione il Milan avrebbe il diritto ad avere tre scudetti in più». Quindi una battuta finale: «E comunque il Milan continua a essere più forte dell’ingiustizia, della sfortuna e dell’invidia. Come il suo presidente».
«È la prima buona notizia della nuova stagione» la chiosa finale di Umberto Gandini, il dirigente schierato dal Milan sul fronte internazionale. A lui, in anteprima, è stata comunicata la decisione della commissione. Per qualche minuto il Milan si è goduto quel semaforo verde arrivato dalla Svizzera. La macchina organizzativa della società è partita al volo in vista della sfida di mercoledì 9 agosto, a San Siro. Agli abbonati che si sono iscritti nell’elenco nei giorni delle battaglie legali dello stadio Olimpico (fino al 25 luglio) è stato concesso un tagliando gratuito, una specie di premio per la fedeltà dimostrata. Gli altri, tutti gli altri, potranno giovarsi, al botteghino, di prezzi da saldo estivo: 10, 20 e 30 euro.
Col ritorno, in Champions league, dalla porta di servizio del turno preliminare, il Milan è in grado anche di quantificare gli eventuali danni economici in caso di successiva qualificazione: ammonterebbero a una quota modesta, 1-2 milioni di euro. Ma non perderebbe la qualifica di testa di serie numero uno dell’Uefa, un primato che è diventato il fiore all’occhiello del club rossonero e che ieri sera è finito quasi in un cestino. Già perché con le motivazioni stesse del provvedimento sono arrivate le scudisciate sulla schiena. Il comitato d’urgenza dell’Uefa ha concesso il proprio via libera suo malgrado, «non con piena convinzione» la confessione a tal proposito, e ha usato un linguaggio da processo sommario. «Non disponiamo delle basi legali per rifiutare l’ammissione ma il club ha già danneggiato il calcio europeo» è uno dei passaggi più spietati. Non solo. Ma c’è anche la promessa, o la minaccia, vedremo presto, di vigilare sul conto del Milan («non si è reso conto del danno arrecato al calcio europeo») e dei suoi futuri comportamenti quasi si trattasse non di un virtuoso club con una carriera luminosa ma di una cricca di malfattori.
«L’Uefa non eviterà di intervenire nel caso il Milan dovesse risultare coinvolto in attività tese a determinare in maniera irregolare il risultato di una gara» è l’espressione più grave e più gratuita contenuta nella motivazione. Come dire insomma: vi staremo col fiato sul collo. In federcalcio, a Roma, la gravità del passaggio non è sfuggita. «L’importante è aver centrato il risultato» la dichiarazione di Antonello Valentini, portavoce federale. A Milano, dalle parti di via Turati, è scattato l’allarme. È come se l’Uefa avesse promesso di farla pagare al Milan, in qualche modo. Dovranno darsi una regolata i tifosi: banditi petardi e fuochi d’artificio. Scontato l’arrivo per la sfida del 9 agosto di delegati molto severi.

Nel frattempo toccherà a Umberto Gandini, reintegrato ufficialmente da Galliani nel ruolo di addetto agli arbitri, ricucire le relazioni diplomatiche. È vero, il Milan ha rimesso i piedi in Champions league. Ma i segni lasciati sulla pelle dalle frustate dell’Uefa sono evidenti.

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