Il tentativo del sindaco di fare una «sua» comunicazione sul futuro del Meazza, non mediata dalle squadre e soprattutto dalle polemiche del centrodestra e dall'opposizione interna, ha sollevato le ire funeste del consiglio comunale tanto che il sindaco non ha potuto aprire bocca.
Ma riavvolgiamo il nastro: in mattinata alla domanda sul fatto che le squadre avessero presentato la manifestazione di interesse per l'acquisto dello stadio e delle aree adiacenti, dove dovrebbe venire edificato il nuovo impianto, il sindaco aveva risposto: «La palla è nel campo delle squadre. Se le squadre mandano una manifestazione di interesse tutto a questo punto si può velocizzare e chiarire. Credo che la decisione la stiano prendendo in questi giorni». L'Agenzia delle Entrate ha inviato in questi giorni a Palazzo Marino la valutazione del Meazza e delle aree circostanti, stimata intorno ai 200 milioni.
In mattinata arrivano le prime conferme: il presidente del Milan Paolo Scaroni annucia di aver «previsto per oggi l'invio della manifestazione di interesse al Comune. Un ulteriore passaggio, condotto insieme all'Inter, per poter approfondire l'ipotesi della realizzazione di un nuovo stadio a San Siro». La palla passa di nuovo al sindaco che dovrebbe consegnare ai club la perizia dell'Agenzia delle Entrate con la valutazione precisa. La novità? É la nota della Giunta a sottolinearla: «Si parla di acquisizione di stadio ed aree, con la realizzazione di un nuovo impianto». Il fatto che la manifestazione di interesse non sia «vincolante» permette ai club di fare eventualmente un passo indietro in futuro, senza che il Comune possa rivalersi. L'incontro del 22 ottobre a Roma tra i ministri alla Cultura Giuli e allo Sport Abodi, le società, Sala e la soprintendente Carpani aveva delineato una bozza di progetto. Tutto, ovviamente, non prima del 2026, quando San Siro ospiterà la cerimonia inaugurale dei Giochi di Milano-Cortina.
Ecco che a questo punto Sala convoca una conferenza stampa alla bouvette del consiglio comunale, mentre è in corso la seduta, per dare l'annuncio, ma i consiglieri, una volta che se ne accorgono, non gli permettono di parlare. «Se il sindaco vuole parlare di San Siro venga in aula. Noi avevamo chiesto un consiglio straordinario addirittura due anni fa. Parlare durante la seduta convocata crediamo che sia scorretto dal punto di vista istituzionale» attaccano i consiglieri Fdi Enrico Marcora e Marco Bestetti, Debora Giovanati (Fi) e Alessandro Verri e Samuele Piscina dela Lega. «Serve una mozione di censura affinché il ruolo dell'aula sia tutelato ed episodi simili non capitino più» per il capogruppo di Fdi Riccardo Truppo. Dello stesso tenore le parole di Carlo Monguzzi (Verdi): «La provocazione di ignorare il Consiglio con una modalità così pacchiana è inaccettabile. Spero che il Sindaco ritrovi serietà ed equilibrio e torneremo ad affrontare la questione stadio nelle sedi istituzionali e democratiche». Un bando pubblico per determinare la ristrutturazione di tutta l'area del Meazza in modo che lo stadio rimanga del Comune: è la proposta di delibera, a sorpresa, di iniziativa consiliare di Enrico Fedrighini (gruppo Misto) che l'ha depositata ottenendo le firme di altri consiglieri di Pd, Verdi e lista Sala. La delibera arriverà a breve in aula per la votazione dopo un passaggio in commissione. «Solo quest'anno lo stadio ha prodotto alla srl di Milan e Inter che lo gestiscono un incasso di oltre 12 milioni di euro.
Pensare di vendere il Meazza mi sembra non solo un errore politico, ma erariale - ha spiegato Fedrighini - Eventim (la società che gestisce concerti al Meazza, ndr) solo a Milano fattura 490 milioni di euro all'anno».Da oggi si avvieranno incontri operativi con i club per il documento di fattibilità e il quadro economico dell'operazione.
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