Milano - A vedere quel ragazzino di origine egiziana, El Shaarawy, c'è da lustrarsi gli occhi. E c'è anche da chiedersi: ma siamo sicuri che al Milan servano un paio di attaccanti? Maxi Lopez, in tribuna, guardandolo deve immaginare che il futuro, da queste parti, con quel talento purissimo, non dev'essere proprio semplice, scontato. Lo pensa anche Ibrahimovic in panchina per un'ora nell'ammirare le giocate del giovanotto che per tutto il primo tempo e anche più tardi riscalda quei pochi coraggiosi (meno di 8mila paganti) pronti a sfidare il gelo di Milano e di San Siro.
El Shaarawy è decisivo nel ribaltare l' 1 a 0 della Lazio maturato in capo al primo affondo (dopo neanche cinque minuti) ed è la spina nel fianco della difesa laziale che Reja si vede costretto addirittura a modificare nell'assetto, quasi si trattasse appunto di Ibra o di Pato. E invece è un ragazzino con il ciuffo curioso che con la palla al piede può innescare il secondo gol di Seedorf oppure aprire verso Abate per dare avvio alla manovra del pareggio. Più tardi, quando pure la guardia laziale diventa più accorta, riesce a guadagnarsi applausi e consensi e a sfiorare il sigillo personale che pure meriterebbe.
A parte El Shaarawy, è tutto il Milan a prendere di petto la Lazio e a risalire la china del risultato praticando un calcio geometrico e anche efficace. Se poi nell' occasione persino Robinho, al primo tiro al volo in porta, trova il gol vuol dire che la qualificazione del Milan in semifinale contro la Juve è cosa fatta. Certo bisogna aspettare la ripresa per avere da una serpentina di Emanuelson il lancio per Ibra che entrato per scaldare il motore si prende la soddisfazione di far centro anche in coppa Italia a dimostrazione che questa forse è la stagione buona per smentire tutti i luoghi comuni sul suo conto. La Lazio è una squadra di marzapane. Ha il merito di sorprendere subito la difesa impacciata del Milan ma poi si fa addentare facilmente e perde ogni consistenza trovando nell'opposizione di Amelia, il portiere romano e romanista, l'ostacolo più grande da superare in un paio di circostanze.
Nella ripresa, cambiato lo schema, disegnata meglio difesa e centrocampo, il prodotto calcistico non si modifica e lo stesso Amelia non deve assolutamente fare prodigi per frenare gli attacchi laziali. Da segnalare il cazzotto di Dias a Van Bommel: una bella squalifica su prova tv gli farebbe bene. Anzi appena arrivano forze fresche dalla panchina ecco che il prode Ibrahimovic può andare tutto solo verso Marchetti infilzandolo come un polletto allo spedio.
Siamo sicuri che serva Tevez? Per l'immediato forse sì, non per il futuro che appartiene a questo ragazzo già entrato nel cuore dei tifosi e anche dello spogliatoio. Perché lo guardano tutti con affetto e anche con molta fiducia. Alle sue spalle Van Bommel domina la scena.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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