Milanese salvo per un voto ma l’arresto non è scongiurato Tra sette giorni il voto in aula

RomaUn solo voto salva Marco Milanese (nella foto) dall’arresto. Almeno per ora. La Giunta per le Autorizzazioni della Camera approva con 11 sì e 10 no la proposta del relatore Fabio Gava del Pdl di respingere la richiesta dei magistrati napoletani.
Lui, il braccio destro del ministro Giulio Tremonti, nelle prime ore della mattina apprende con sollievo di essere vicino alla salvezza. Non fa commenti, ma compare a Montecitorio per partecipare alla seduta in aula, affollata per il voto di fiducia sulla manovra. Sa bene, Milanese, che un piccolo smottamento dalle parti del Carroccio potrebbe ancora destinarlo a Poggioreale. E anche nel Pdl qualcuno potrebbe sognare lo sgambetto a Tremonti. La parola finale la dirà l’aula, il 22 settembre. Ed è ancora da chiarire se avverrà con voto segreto. Per ora neppure il Pd lo chiede, ma in questo caso sarebbe più facile un risultato diverso.
In Giunta i 7 deputati del Pdl e i 2 leghisti sono stati compatti nel contrastare, con Mario Pepe del Gruppo Misto e Silvano Moffa dei Responsabili, il fronte di Pd, Udc, Fli e l’Idv, che voleva per Milanese lo stesso carcere assicurato ad Alfonso Papa il 20 luglio. Allora, a determinare l’arresto del deputato Pdl fu proprio la Lega, in cui prevalse la linea del ministro dell’Interno Roberto Maroni. Ma stavolta c’è di mezzo il titolare dell’Economia, da sempre legato al Carroccio e pesa il rischio di mettere in crisi il governo.
«I miei mi dicono che l’arresto è un po’ una forzatura», afferma Umberto Bossi precisando di dover sentire ancora il gruppo, che si riunirà martedì a Montecitorio. Dal leader si aspetta l’indicazione finale e lui non esclude che sia lasciata libertà di coscienza, pur assicurando: «Noi siamo sempre compatti». Ma lo dice per contrastare le voci sui mal di pancia, anche stavolta, dei «maroniani». Gli chiedono se Tremonti rischi, in questa vicenda. «Non credo - dice lui-, Tremonti è una brava persona».
Molto si gioca sulla possibilità del voto segreto. Il capogruppo leghista, Marco Reguzzoni, precisa che il Carroccio non lo richiederà. Stessa linea di forze favorevoli all’arresto, dal Pd all’Udc, che invitano tutti a prendersi apertamente la responsabilità del voto su Milanese, ma così di fatto favoriscono il fronte avverso.

Il finiano Nino Lo Presti è convinto che secondo il regolamento della Camera il voto segreto sarebbe «comunque obbligatorio quando si decide sulla persona». Per Papa furono i Responsabili a chiederlo, ma stavolta sembra che tutti prendano tempo.

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