Milanese su Tremonti: "Non critico la sua assenza Il ministro dell'Economia era in missione con Frattini"

Dopo il voto alla Camera, l'ex braccio destro di Tremonti, Marco Milanese ha parlato degli assenti in aula e ha difeso il ministro dell'Economia: "Era in missione insieme al ministro Frattini. Non ho alcuna critica da muovergli"

Milanese su Tremonti: "Non critico la sua assenza 
Il ministro dell'Economia era in missione con Frattini"

Roma - Dopo il voto che ha detto no al suo arrest Marco Milanese ha commentato l'assenza alla Camera del ministro Giulio Tremonti di cui è stato collaboratore e si è schierato in suo difesa. "Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, era oggi in missione insieme al ministro Frattini: non ho alcuna critica da muovergli per questo. Era all’estero e rappresentava l’Italia", ha commentato il deputato del Pdl a Porta a Porta. "In aula non c’erano neanche altri deputati del partito tra cui,-ha ricordato-, due in ospedale. Mancavano altri colleghi per gravi motivi penso, o quantomeno lo spero , che non ci fossero altre motivazioni". Sul voto di oggi Milanese ha poi dichiarato: "Sono convinto che sia stato, come doveva essere, un voto di coscienza. Qualcuno dell’opposizione ha tentato di rendere politico questo voto cosa non corretta. Quando si vota sulla vita di qualcuno bisogna votare secondo coscienza". "La mia famiglia, mia figlia, la mia compagna mi sono stati molto vicini - ha spiegato - e oggi è stato solo un passaggio. Il processo va avanti e questa è una sofferenza che dovrà continuare".

Milanese: sono estraneo a ogni illecito L'ex braccio destro di Tremonti è tornato poi a parlare della vicenda della casa e ha detto: "Il ministro mi pagava l’affitto in via Campo Marzio in contanti perché era sua abitudine riscuotere lo stipendio a sua volta in contanti".

Il parlamentare ha poi ribadito la sua estraneità a qualunque illecito ed ha spiegato di avere avuto una casa in affitto dal Pio sodalizio fin dal 2000: "Più recentemente ho chiesto una casa più grande e mi sono trasferito anche perché c’era l’ipotesi che quegli immobili fossero messi in vendita e io avrei potuto beneficiare del diritto di opzione come inquilino. Non ho mai avuto le mani libere sulle nomine. Mi sono solo limitato a vagliare quelle che venivano dal mondo politico per controllare che si trattasse di candidature di adeguato livello".

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