Milano - Ancora una volta un giudice si sostituisce alle istituzioni elette dal popolo. I magistrati del tribunale civile infatti hanno rigettato il reclamo del Comune di Milano e del ministero dell’Interno contro la decisione sull’assegnazione delle case popolari a 10 famiglie rom.
La sentenza Lo scorso 20 dicembre, il giudice monocratico del Tribunale civile aveva dato ragione ai rom,assistiti dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri,accertando il comportamento discriminatorio dell’amministrazione comunale, della Prefettura e del ministero dell’Interno. Le istituzioni, secondo l’ordinanza, non avevano dato seguito alla convenzione del maggio scorso stipulata tra la Prefettura, il Comune e alcune onlus, tra cui la Casa della Carità, con la quale era stato varato un piano per l’inserimento abitativo dei rom.
Il reclamo Dopo l’ordinanza del giudice, nei primi giorni di gennaio le prime famiglie rom erano entrate nelle case popolari . Nel reclamo contro l’ordinanza, gli avvocati del Comune hanno sostenuto che non è l’amministrazione che deve assegnare le case,che sono invece oggetto di contratti di locazione tra l’Aler (azienda che si occupa di edilizia popolare) e la Casa della Carità.
"Comune discrimina" I giudici della prima sezione civile spiegano: "La scelta di rivedere l'assegnazione degli alloggi già destinati alle famiglie rom ha connotati evidentemente discriminatori in quanto risulta fondata esclusivamente su ragioni
etniche". Per i giudici le dichiarazioni del ministro dell’Interno Roberto Maroni, del sindaco Letizia Moratti e del Prefetto Gian Valerio Lombardi "hanno inciso immediatamente sulla mancata assegnazione degli alloggi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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