Il nuovo Rinascimento milanese. Parte il mese prossimo e si allunga fino al 2013, quando aprirà il Museo di arte contemporanea firmato da Daniel Libskind a Citylife. Nei due anni e mezzo che mancano alla meta, il Comune vuol trasformare la città in un museo a porte aperte, dove per ammirare le opere non serve il biglietto. Visti i precedenti, con lunghe code davanti a Palazzo Marino o negli spazi dove per qualche giorno ha esposto gratis dipinti e sculture, c’è da scommettere che farà bingo. Il museo «open air» che il sindaco Letizia Moratti -- con l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory e all’Arredo urbano Maurizio Cadeo - inaugura in città si traduce in tre progetti. Il primo: 10 opere di artisti contemporanei italiani o internazionali che invaderanno a turno altrettante piazze (per 8 o 16 settimane, a seconda dei casi). Si parte con Rotelli in piazzetta Reale e si prosegue con nomi come Maurizio Cattelan, Mimmo Paladino o Chen Zhen e luoghi come piazza Affari, Fontana, via Palestro. L’unico in periferia è il parco Trotter, nella zona di via Padova, ma Finazzer spiega che per la sicurezza delle opere si è dovuto puntare sul centro. Dopo l’«anteprima», quelle stesse sculture faranno parte del Mac di Citylife.
Spazia in tutte le nove zone invece il circuito di «Walls of fame». Nove artisti di strada a cui il Comune affida altrettanti muri degradati perchè le usino come tele su cui dipingere con le bombolette spray. Dal muro che divide il campo rom di Triboniano dalla stazione nord al Cavalcavia Bacula a via Monte Ceneri. Ci lavorava da tempo il sindaco, i graffiti al servizio della città, per educare i vandali a non sporcare i muri con i tag. La spina nel fianco del Comune, ancora ieri si è costituito in parte civile a un processo contro un vandalo e ha chiesto come risarcimento 100 ore di lavoro socialmente utile. Ora spera che l’esempio dei writers già affermati che il Comune arruolerà «per colorare spazi che hanno bisogno di essere abbelliti» possa essere una buona lezione: «Arte giovane che si mette al servizio della città nelle regole». Terzo: la Cerchia delle fontane, dieci fontane-sculture in centro, per riscoprire la Milano d’acqua.
«Milano vuole continuare a rafforzare la propria dimensione culturale - insiste il sindaco -, e anche il rapporto tra pubblico e privato che è fondamentale». Finazzer l’ha battezzata «una manovra culturale al servizio della città».
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