Milano - Era da tempo che Palazzo Reale di Milano non ospitava un’operazione imponente tanto da coinvolgere 62 enti prestatori di 15 Paesi diversi, tra privati e musei internazionali (guarda la gallery). Il tutto per allestire dal 17 marzo fino al 27 giugno la mostra "Goya e il mondo moderno", (a cura di Valeriano Bozal e Concepcion Lomba ) 184 pezzi di cui 45 di altri grandi artisti a lui "collegati". Una mostra che offrirà al pubblico una vasta varietà di capolavori a partire dall’Autoritratto di Goya conservato Museo del Prado di Madrid fino a quello di Delacroix agli Uffizi. A questi quadri si susseguiranno lo splendido ritratto di Asensio Julià dal Museo Tyssen-Bornemisza, le raffigurazioni del Re Carlo IV e quello della Regina Maria Luisa di Parma provenienti dall’Archivio Generale delle Indie di Siviglia, realizzati da Goya per il suo incarico di ritrattista di Corte che riesce a dialogare bene con la splendida Mujer con mantilla di Pablo Picasso, proveniente dal Museo Picasso di Barcellona.
Accanto ai ritratti, si potranno ammirare le suggestive rappresentazioni di vita quotidiana di Goya come L’arrotino dal Museo di Belle Arti di Budapest o La lattaia di Bordeaux dal Museo del Prado, ma anche le tante incisioni dell’artista spagnolo provenienti dalla Biblioteca Nazionale di Madrid che anticipano le atmosfere grottesche di Circus Trio di Georges Rouault dalla Philips Collection di Washington, Lampo nero di Paul Klee dalla Collezione Surroca di Barcellona e Donna e uccelli nella notte di Joan Mirò dalla omonima Fondazione.
I celeberrimi toni cupi di Goya sarà possibile coglierli e apprezzarli in particolare nelle opere La decollazione e Il rogo, accanto ai violenti Madre con bambino morto di Picasso, provenienti dal Reina Sofia di Madrid e Trionfo della morte, una drammatica tela di Guttuso, dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Il percorso della mostra dedicata a questo straordinario artista, chiuderà con opere tutte di forte impatto emotivo come Cristo nell’orto degli ulivi di Goya, il gigantesco La grande moltitudine 1963 di Antonio Saura, un dipinto di oltre cinque metri, proveniente da Museo Reina Sofia, Pittura A di Jackson Pollock, della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Tre studi per un ritratto di Peter Bear di Francis Bacon della Collezione Abellò e Red Man with Mustache di William de Koonig, dal Museo Thyssen-Bornemisza.
Una parte della rassegna è dedicata a Goya e l’Italia, a cura di Claudio Strinati, dove la nostra arte incide profondamente nelle scelte culturali dell’artista: in Santa Trinità degli Spagnoli di via Condotti, dove è documentata la presenza del Giaquinto e di Antonio Velazquez, suoi allievi, si comprende anche una certa somiglianza con la Scuola dei Carracci. Tra i ritratti più belli di Goya compaiono quelli a Asensio Julià, all’attore Isidoro Maiquez, alla Contessa Aros, al Duca di san Carlos, un modo per comprendere come il ritratto fu un modo cruciale per comprendere lo sviluppo della modernità nel secolo illuminista e che ha continuato a evolversi nell’Ottocento più borghese. Le tavole burlesche, a volte caricaturali, la vita quotidiana e i personaggi a volte violenti, , come in seguito Baudelaire sottolineò che tutto era volutamente deformato, stavano a indicare valori e bandiere molto care all’autore. Nel corso della sua carriera Goya ha disegnato anche mendicanti, contadini, frati, banditi, soldati, lavandaie, ballerine e anziani dal sesso indefinito. Perché l’individualità stesse alla base del suo atteggiamento. Gli sguardi sono altrettanto importanti per rappresentare il dramma della vita quotidiana, l’amore e la follia, il bene e il male.
Arrivato ai primi anni dell’Ottocento, l’artista spagnoli aveva contribuito a fissare le coordinate dell’incubo che da sempre accompagna il mondo moderno che progresso e consumismo non hanno voluto vedere. Nel Barocco il sogno era stato signore e padrone, ma in seguito il mondo della notte e della follia si impadronisce per sempre dell’uomo trasformando gli esseri umani in bestie.
Il Catalogo edito da Skira, oltre a contenere tutte le schede e le opere degli autori, comprende insieme ai saggi dei proicipali curatori della mostra anche testi di Antonio Munoz Molina, Susan Schlunder e Claudio Strinati, accompagnato da un cd rom con le immagini. Prodotto e organizzato da Sociedad Estatal para la Accion cultural Exterior di Spagna, Palazzo Reale, Mondo Mostre, Fundacion Goia en Aragòn, l’evento culturale più atteso dell’anno, vede in primo piano il Comune di Milano e il Corriere della Sera quali sostenitori locali.
Sede: Milano, Palazzo Reale, piazza Duomo 12
Date della mostra: dal 17 marzo al 27 giugno 2010
Orari: lunedì, dalle ore 14,30 alle 19,30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle ore 9,30 alle 19,30
giovedì e sabato dalle ore 9.30 alle ore 22.
Ingresso: intero 9 euroo; ridotto 7,50; ridotto speciale 4,50
Infoline e prevendite: tel. 02/54910; www.ticket.it/goya
Prenotazioni visite guidate gruppi e scuole: tel. 02/6597728; fax 02/6599269; info@adartem.it; www.adartem.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.