Altre 52 vittime di Covid. Torna l'incubo del lockdown

Il rischio anche se Fontana e Comune negano chiusure. Confermato il coprifuoco alle 23. Tamponi in farmacia

Altre 52 vittime di Covid. Torna l'incubo del lockdown

Altre 52 vittime del virus maledetto in un giorno. E ancora il numero dei nuovi positivi in Lombardia che vola oltre quota cinquemila (ieri erano 5.035 su un totale di 29.960 tamponi effettuati, il 16,8%). A Milano città si è abbassata la curva ma resta preoccupante, ieri 768 nuovi casi che salgono a 1.940 considerando l'intera provincia. Sono schizzati a 1.362 in un giorno nella provincia di Monza e Brianza. Quasi cinquecento (466) i nuovi ricoverati. I politici vogliono scongiurare l'ipotesi di un nuovo lockdown anche il presidente dell'Iss e componente del Comitato tecnico-scientifico (Cts) Silvio Brusaferro ha dichiarato che la possibilità di chiudere le grandi città, come Napoli o Milano, «è un'opzione prevista, utile e transitoria per raffreddare la velocità di crescita dei contagi. È stata già usata in passato con le zone rosse, ma dipende dalle Regioni». Lo chiedono chiaramente Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, e il responsabile del coordinamento Covid-19 dei pronto soccorso lombardi Guido Bertolini: «L'aumento repentino dei contagi, avverte, «ha raggiunto il livello soglia che mette sotto stress il sistema ospedaliero. Subito misure più restrittive in tutta la regione o almeno nelle aree più a rischio come Milano, senza indugio e a costo di impopolarità».

Sia il governatore che il sindaco ieri hanno frenato. «Non ci sono le condizioni per chiudere la Lombardia e dichiarare il lockdown e non bisogna seminare insicurezza e paura in questo momento» afferma Attilio Fontana. Sulla stessa linea Beppe Sala: «Un nuovo lockdown adesso a Milano? Non sono d'accordo. Ho appena ricevuto un sms di un virologo di cui mi fido molto che dice che ieri c'erano circa 80 pazienti intubati a Milano e 200 in Lombardia. Anche nella peggiore delle ipotesi avremmo 10-15 giorni per decidere un eventuale lockdown. La media intensità di cura è il punto che intasa gli ospedali, che hanno una massa enorme di ricoveri. Non credo sia irrisolvibile e che ci debba portare a un lockdown generale adesso».

La Regione ieri ha confermato le misure più restrittive rispetto al Dpcm firmato da Conte domenica, Fontana ha dovuto firmare una nuova ordinanza ma contiene gli stessi punti della precedente e sarà in vigore fino al 13 novembre: coprifuoco in tutta la Lombardia dalle ore 23, centri commerciali chiusi nel weekend, didattica a distanza al 100% alle superiori. Fontana e l'assessore al Welfare Giulio Gallera hanno aggiornato ieri i sindaci delle città capoluogo e i capigruppo in Regione durante una riunione on line. Dal 31 ottobre arriveranno in Lombardia un milione di test rapidi forniti dallo «stock Arcuri» e 1,2 milioni da una gara di Regione, circa 400mila dovranno essere processati e quindi destinati ai pronto soccorso, gli altri 800mila alle scuole del territorio.

La giunta approverò una delibera perchè i tamponi possano essere fatti anche nelle farmacie. In settimana arriveranno anche i primi test antigenici, saranno allestiti «punti tampone», a Milano uno potrebbe essere nel parcheggio di San Siro.

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