Gli ospedali dei Santi, così soprannominati, ovvero il San Carlo e il San Paolo cinti d'assedio negli ultimi due giorni. Code chilometriche di auto e ore di attesa, genitori furibondi che ulano nelle auto e bambini febbricitanti. Vigili a smistare il traffico anomalo. Il motivo? I tamponi o, meglio, il sistema di tamponi « drive through», che consente di recarsi direttamente all'ospedale e di attendere in auto per sottoporsi al tampone. Senza, quindi, entrare in ospedale o in ambulatorio.
Ai punti «rive through» hanno diritto di accesso i lombardi inviati dall'Ats, su prenotazione e il personale scolastico, ovvero insegnanti, personale Ata e studenti che si siano sentititi male in classe, inviati direttamente dalla scuola o che non siano potuti andare a lezione perchè affetti da sintomi simil Covid. Anche in questo caso con autocertificazione, ma su indicazione del pediatra di libera scelta.
Il problema è che il punti prelievi «drive in» più noti in città sono quello degli ospedali San Carlo e San Paolo, aperti dalle 8 alle 20 da lunedì al venerdì. e il sabato dalle 10 alle 13. Da qui l'intasamento. Solo ieri e così due giorni fa hanno effettuato una mole di quasi 700 tamponi al giorno (696 ieri tra San Carlo e San Paolo e 657 l'altro ieri fa tra i due poli) con «tempi che si aggirano sui 6 minuti in media per bambino, tra le procedura di registrazione, i moduli da firmare e l'esecuzione del test - racconta il direttore generale dell'Asst Santi Paolo e Carlo Matteo Stocco -. Di questi il 30 per cento arrivano con la prenotazione e il 70 per cento con accesso diretto, inviati dalle scuole o dai pediatri. Sicuramente c'è anche un po' di ansia tra genitori, insegnanti e presidi». Le prenotazioni risalgono a lunedì, due giorni fa infatti, visto il report da Baggio, l'Ats ha dirottato i pazienti prenotati su altri presidi. Oggi e nel caso si dovesse verificare una situazione analoga, l'ospedale distribuirà alle persone in coda l'elenco completo dei punti.
«Negli altri punti prelievo drive trough e ambulatori della città - dicono dall'Ats Città di Milano - non si è registrata questa mole di richieste, il che fa pensare che si sia sparsa la voce, diciamo, che gli ospedali alla periferia sud ovest siano una sorta di tamponificio veloce e comodo e che quindi ci siano anche degli infiltrati, ma il modo per controllare c'è». «È importante che si sappia - ricorda l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera - che a MIlano esistono anche altri punti drive trough: il Buzzi, il San Raffaele, il Centro Diagnostico di Gessate. E, appena fuori città l'ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, l'ospedale di Bollate, il Policlinico San Donato. Cui si aggiungono i laboratori e i centri prelievi con accesso diretto per le scuole, che vanno utilizzati secondo le disposizioni regionali. A metà ottobre avremo a disposizione anche i test genici rapidi».
Ieri in Lombardia si sono registrati 350 nuovi casi di coronavirus, ovvero il 2,1 per cento dei tamponi
effettuati (16.020) e nessun decesso. I ricoverati in terapia intensiva scendono a 40, mentre aumentano di 15 i ricoverati in altri reparti (320). Salgono a 153 i nuovi positivi in provincia di Milano, di cui 81 in città.
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