In passato, grazie soprattutto alle committenze del Papato e dei principi illuminati, era normale che alla creazione di nuove architetture prendessero parte anche gli artisti; i nostri centri storici ne sono continua testimonianza. Ma anche oggi esistono costruttori che non resistono alla tentazione del «bello», a prescindere dalle esigenze di modernità e funzionalità di un edificio. Uno di questi è l'imprenditore lombardo Giorgio Pozzi che ha voluto intitolare «Art Building» un palazzo di otto piani progettato e inaugurato in zona via Melchiorre Gioia, alle porte del centro di Milano. Un edificio, quello con vista sullo skyline della Milano post-Expo, apparentemente in linea con le tendenze dell'architettura contemporanea che privilegiano le linee sobrie e le più moderne tecnologie contemporanee. «Non mi bastava, essendo io un amante dell'arte e un assiduo frequentatore dei musei internazionali - dice Pozzi - In questi anni sono giunto alla conclusione che nella progettazione di una casa non si debba solo considerare cosa serve all'uomo, ma quello che vede ogni giorno». Così è nato l'Art Building, edificio progettato dagli architetti Fabrizio Zambelli e Marcello Pozzi, le cui più forti peculiarità sono gli interventi di artisti contemporanei nelle parti comuni. Dalla facciata alla hall ai corridoi comuni, la sensazione è quella di entrare in una grande galleria d'arte, tra giganteschi riratti, pitture murali e sculture. Tra queste ultime spicca «Fold», opera di Matteo Berra, definita la scultura più alta di Milano. Raffigurante una mastodontica onda, l'opera di acciaio è posizionata sulla struttura della facciata e si sviluppa su un'altezza di ventiquattro metri. Lo stesso Berra è l'autore di «Blue Sky», un intervento eseguito nell'atrio d'ingresso che si sviluppa su una cupola attraverso un complesso disegno di tremila elementi. Di forte impatto sono poi le opere pittoriche dell'artista Marco Grassi, una serie di suggestivi volti femminili in stile pop eseguiti direttamente sulle pareti della hall di ingresso. Nell'atrio d'ingresso fa bella mostra anche la scultura «Mare» realizzata da Pablo Augusto Garelli: «È un'opera simbolica che rappresenta l'acqua, un elemento che fa parte della storia della Milano dei Navigli», dice Pozzi.
Non mancano interventi di street art, come l'opera di 42 metri intitolata «Magnificat» realizzata su una parete esterna dal writer Flycat. «Considero questo edificio - dice Pozzi - il mio omaggio a una metropoli che in questi anni si sta sviluppando nella direzione della bellezza oltre che dell'efficienza».MdM
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