Abitano in pieno centro, in uno dei quartieri più quotati della città. Pagano fior fior di affitto o hanno un mutuo ventennale. Ma sotto casa trovano sporcizia, degrado e delinquenza. Ed hanno paura a rientrare a casa dopo una certa ora. I residenti della zona attorno a corso Como sono esasperati e chiedono sicurezza e pulizia.
Da un lato devono fare i conti con gli effetti collaterali della movida notturna (rumori fino all’alba, traffico, parcheggi selvaggi). Dall’altro si trovano le baraccopoli rom sotto la finestra di casa. «Da anni - racconta un residente di via Francesco Crispi - abito in questa zona e negli ultimi mesi ho assistito a un continuo degrado. Più volte mi sono rivolto ad amministrazione e polizia locale ma è stato tutto inutile». I controlli ci sono, le auto dei vigili spesso stazionano nelle vie più frequentate nei dintorni di Porta Garibaldi. Ma il degrado non si arresta e i «nuovi inquilini» del quartiere, del tutto abusivi, sembrano passare inosservati. Sono sempre lì.
A due passi da Porta Volta infatti, dove un tempo c’era un autolavaggio, ora bivaccano decine di famiglie rom che si sono accampate con baracche fatte di lamiere e cartone. I vigili sembrano più preoccupati a gestire il traffico selvaggio e a multare le auto in divieto di sosta anziché di far sloggiare chi occupa abusivamente uno spazio. «Siamo stufi - protestano i residenti - di convivere con escrementi, sporcizia e vetri rotti. Non ci sentiamo sicuri».
Dalla baraccopoli improvvisata nell’autolavaggio e nell’area a ridosso del cimitero Maggiore, ogni mattina i nomadi si muovono per andare «al lavoro»: si piazzano a semafori e incroci per chiedere l’elemosina, si improvvisano parcheggiatori abusivi e fanno i lavavetri. Qualcuno ironizza: «Da quando c’è Pisapia i vetri delle auto dei milanesi sono molto più puliti». Un modo per sdrammatizzare e rimpiangere l’epoca delle ordinanze anti accattonaggio e degli sgomberi a tappeto. Ora gli smantellamenti degli accampamenti abusivi non ci sono quasi più e, se ci sono, «sono all’acqua di rose». Gli interventi si limitano ai controlli ai semafori per evitare che il fenomeno dei lavavetri o affini dilaghi. Ma non sembra esserci l’intenzione di smantellare il mini campo nomadi.
«Nelle giornate calde - si lamentano i residenti di via Pasubio, piazza Baiamonti e via Ceresio - impera l’odore di escrementi e di cibo in decomposizione. I nostri quartieri sono nelle mani dei rom. Perché mai dobbiamo vivere in ostaggio?».
In una lettera aperta al sindaco, un cittadino si chiede: «Ma secondo Pisapia è normale che sotto le nostre case vivano una quartantina di rom che occupano abusivamente un’area privata e che possano gettare l’immondizia dove credono senza che nessuno passi a raccoglierla? È troppo chiedere maggior sicurezza o è un nostro diritto?». Insomma, i cittadini chiedono di rivedere le politiche sui rom, almeno quelli abusivi.
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