BikeMi aiuta i centri islamici. E il caso arriva in Consiglio

Il consigliere Forte firma un'interrogazione al sindaco: "Sostenete il Caim che ha intese con la Dyanet turca?"

BikeMi aiuta i centri islamici. E il caso arriva in Consiglio

Non è passata inosservata la vicenda BikeMi-centri islamici. Nel corso dell'ultimo Consiglio comunale, Matteo Forte (Milano popolare) ha sollevato il caso, preannunciando la presentazione di un'interrogazione rivolta al sindaco Beppe Sala e all'assessore Marco Granelli.

È stata infatti giudicata singolare l'iniziativa di cui pochi giorni fa ha parlato Il Giornale, lanciata in occasione della Festa della Donna. Il Comune e «Clear Channel» - che gestisce dal 208 il servizio di bici condivise di Milano - hanno deciso infatti di sostenere il «progetto Aisha» nato dal Caim, il coordinamento dei centri islamici di Milano, un organismo che è nato nell'alveo dell'Ucoii ed è stato spesso oggetto di polemiche in città. Per l'8 marzo, lo hanno annunciato i canali di BikeMi, le biciclette gialle a Milano sono state personalizzate con una grafica dedicata alle donne ed è stato previsto che i primi cento utenti che avessero pubblicato le foto di queste bici speciali sui canali «social» di BikeMi avrebbero ricevuto agevolazioni, «ma cosa più importante - recitava l'avviso - ognuno di loro avrebbe contribuito a supportare la causa dell'emancipazione femminile: per ogni foto ricevuta infatti, il servizio ha donato 5 euro a Progetto Aisha. Il conto è presto fatto: 500 euro, ma più che la somma è il valore simbolico dell'iniziativa che ha fatto discutere, per la scelta del partner. L'islam incarnato dalla galassia Ucoii infatti ha proprio nel ruolo delle donne un punto debole. E non è un caso se, nelle iniziative delle sigle che aderiscono al mondo Ucoii, le donne appaiono sempre (o quasi) velate.

Forte, parlando in aula, ha introdotto un elemento ulteriore: «Sosteniamo - ha chiesto - un progetto di quel Caim che ha un'intesa per formare i propri imam con la Dyanet (che Consiglia di sposare le donne bambine)?». Il Diyanet in effetti è l'Agenzia per gli Affari religiosi della Turchia e di recente si è pronunciata sull'età minima delle donne per sposarsi, fissandola a 9 anni. Ebbene il Caim aveva un accordo con questa Diyanet, per cinque borse di studio da mettere a disposizione di fedeli interessati a conseguire la laurea in Scienze islamiche. Rapporti a dir poco discutibili, insomma. «Qualcosa che non deve essere sponsorizzato e aiutato con iniziative del Comune» ha sintetizzato Forte.

«Queste vicende devono aprire un dibattito, magari per smentire» ha aggiunto in Consiglio, spiegando di averne parlato con la consigliera musulmana del Pd Sumaya Abdel Qader, che gli avrebbe spiegato che «il Caim, che ha promosso a suo tempo il progetto Aisha», adesso «non c'entra più niente». «Ora sgomberiamo il campo da equivoci» il suo invito finale.

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