Alla fine il compromesso è arrivato: anche il Pirellino rientrerà tra gli edifici dismessi che potranno usufruire dei bonus volumetrici concessi dalla legge regionale per la rigenerazione urbana. La giunta, però, fissa al 10 per cento il tetto massimo di incentivi da elargire, il minimo consentito dalla norma, con i progetti di recupero che andranno presentati entro due anni (e non 5).
Palazzo Marino ha individuato un primo pacchetto di 115 immobili abbandonati dopo aver selezionato una serie di aree dove, per ragioni di tutela paesaggistica o ambientale, gli edifici dovranno essere riqualificati con le volumetrie esistenti, senza incentivi. Tra questi figura anche il Pirellino che Coima Sgr comprò all'asta nel 2019 per un prezzo record di oltre 190 milioni di euro. Al tempo il presidente del gruppo immobiliare, Manfredi Catella, era stato piuttosto chiaro, sottolineando che senza bonus volumetrici non ci sarebbe stata la possibilità di costruire un ponte verde tra l'edificio e la seconda Torre Botanica che sarebbe dovuta nascere. Ora bisognerà capire se Coima si accontenterà del 10 per cento fissato dal Comune. Per l'assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, la delibera proposta dalla giunta che dovrà ottenere il via libera del Consiglio comunale entro la fine dell'anno rappresenta «il risultato migliore che si poteva ottenere all'interno del quadro legislativo regionale». Ma i Verdi non ci stanno e fanno muro sui bonus volumetrici: «Non siamo d'accordo e non voteremo questo provvedimento», taglia corto Carlo Monguzzi promettendo battaglia in consiglio. Il capogruppo ecologista se la prende soprattutto per il Pirellino: «Siamo costretti ad applicare una legge regionale inadeguata, ma questo può avere senso per zone degradate delle periferie il suo affondo l'area di Melchiorre Gioia è invece assolutamente appetibile per i costruttori». Per questo «ci sembra profondamente sbagliato aggiungere addirittura un regalo volumetrico per un'operazione già di per sé ad altissima remunerabilità».
Tra le fila del Pd interviene la vicesindaca Anna Scavuzzo che cerca di far ragionare Monguzzi: «Accolgo le posizione più agguerrite, ma richiamo alla responsabilità. Non avere questa delibera entro la fine dell'anno avverte - significa far prevalere quella che è l'attuale legge regionale senza correttivi». Secondo Scavuzzo, la giunta «ha fatto il massimo di quello che era possibile nel quadro normativo in cui eravamo chiamati a deliberare», cercando di «minimizzare» gli effetti di una norma «che non condividiamo». Quindi o la delibera passa in consiglio, oppure l'alternativa «è lasciare che venga assegnato un bonus al 20 per cento e che sia la norma regionale a guidare gli incentivi». Insomma, «abbiamo tenuto al minimo gli indici e il tempo a disposizione e abbiamo escluso quegli immobili che si trovano in situazioni insostenibili da un punto di vista paesaggistico. Erano queste le leve sulle quali potevamo agire e lo abbiamo fatto su tutte». Dall'opposizione attacca il capogruppo di Forza Italia, Alessandro De Chirico: «La delibera sulla rigenerazione urbana approvata oggi dice l'azzurro - non riconosce alcun tipo di bonus a circa il 70 per cento degli ambiti che necessiterebbero invece di interventi strutturali importanti». Ma quello che preoccupa maggiormente «è che viene esclusa completamente un'area compresa tra la seconda e la terza circonvallazione dove sono presenti immobili costruiti alla fine dell'Ottocento» e comunque «manca un'attenzione verso le periferie.
Se il sindaco Sala le avesse davvero a cuore continua De Chirico avrebbe dovuto riconoscere loro il massimo della premialità consentita dalla legge regionale». Adesso invece «la delibera rischia di bloccare il comparto edilizio che avrebbe bisogno di maggiori incentivi per ammodernare gli stabili degradati conclude Se le premesse sono queste vedremo un sacco di ricorsi».
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