Il design a Brera sta tutto negli interni: richiede pazienza e curiosità. Qui non troverete l' «effetto Fuorisalone» di via Tortona, gli aperitivi stylish acchiappapassanti o gli eventi vagamante modaioli: chi gira per il Brera Design District cerca qualità. Si parte da Largo Treves: all'infopoint due gentilissimi ragazzi distribuiscono la mappa e la corposa guida (consigliata). Design your future è il tema e il fil rouge che lega i tanti progetti creativi esposti in zona Brera, con i gagliardetti rossi appesi per le strade quasi fossero decorazioni natalizie. Un centinaio gli showroom coinvolti per il decennnale del Fuorisalone in questo distretto policentrico che, per l'occasione, si è reso ancora più verde: è infatti sul green e sulla sustenibilità che insistono molti dei lavori presentati. Tre i poli attorno a quali tutto ruota: piazza San Marco, trasformata in giardino urbano con siepi a forma di mobili, l'Orto Botanico di Brera che ospita The Circular Garden, interessante progetto dello studio Carlo Ratti Associati (per Eni) dove si riflette sul concetto di economia circolare, di efficienza energetica e di mobilità, e infine piazza XXV aprile con Pratofiorito dell'architetto Davide Fabio Colaci per Eataly, che sottolinea l'importanza delle api per preservare la biodiversità. Sull'asse di questi tre luoghi, via Statuto, via Brera, via Palermo, corso Garibaldi accolgono i progetti più interessanti. Gli showroom, va da sé, fanno la parte del leone: Fromental, Bisazza, Mooi, Oak, Moleskine, Thonet, Oikoi, Arpa Fenix, Fantini Mosaici son quelli da non perdere. In fondo è questa la vocazione del distretto: un'infilata di eleganti vetrine ricavate da palazzi storici. Eppure, l'edizione di quest'anno ha il merito di aver osato di più: ha aperto al pubblico anche degli appartamenti privati. Via Palermo si prende la scena (e le attenzioni dei creativi in giro di buon mattino con mappa alla mano): si va al civico 1 e ci si ritrova davanti all'androne del Brera Design Apartment dove sono esposti alcuni dei progetti più interessanti. Si salgono le scale e, su ciascuno dei tre piani, si bussa alle porte contrassegnate: si aprono via via riflessioni diverse sul design in spazi intimi, usati la sera per talk e workshop. Qui il design ridisegna gli spazi domestici e torna a fare il suo mestiere: progetta mobili, oggetti d'arredamento, luci. Tra le varie proposte, la più originale (e instagrammabile: diciamolo) è Planetario' di Cristina Celestino, abile a reinventarsi un appartamento del terzo piano. Protagonista assoluta la moquette creata dalla designer italiana e realizzata da Besana Carpet Lab: viene definita «retrofuturista» perché mescola tonalità vintage con guizzi fantascientifici. Il risultato è accattivante, anche grazie alla presenza di lampade ad arte' create da Esperia. Si esce dal palazzo e ci si imbatte poco lontano nella LandRover «di ecopelliccia» inventata dall'artista Elena Ghiselli e, al civico 8, da Arpa Felix merita attenzione il progetto «Transformaterials» dedicato alle materie innovative: notevole l'idea di Miyuca, studio di Bressanone, che crea pavimenti sfruttando e pressando le foglie cadute in autunno sui sentieri di montagna.
Natura e ambiente protagonisti anche di una delle installazioni più efficaci a Brera: la firmano i giovani architetti di SOS - School of Sustainibility con Mario Cucinella per Iris Cercamica Group: «MateriAttiva» è una grotta multisensoriale dove luce, acqua e suono ci portano in una dimensione ancestrale.
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