Cannaviello celebra mezzo secolo di pittori

In una mostra tanti grandi artisti promossi dallo studio, tra cui i tedeschi degli anni '80

Cannaviello celebra mezzo secolo di pittori

«Oggi si tende ad eliminare la manualità, e un artista potrebbe essere anche un filosofo. Io sono un gallerista sempre attuale, ma non voglio prescindere dalla manualità». Parola di Enzo Cannaviello, gallerista storico a Milano che giovedì, negli spazi di via Bossi 4, celebra i 50 di galleria con una grande mostra antologica che presenta, fino al 27 novembre, più di 70 tra gli artisti esposti nella sua storia: «Non ho potuto mettere tutti, ho dovuto fare una cernita e non ho potuto esporre opere troppo grandi». Del resto lui, Cannaviello, non crede che un quadro grande sia più significativo di uno di piccole dimensioni: «si tratta di un tentativo utopico da parte di un artista». L'arte, secondo Cannaviello, è vita, non sogno: «Gli artisti devono usare le mani, devono esprimere concetti profondi. Certi pensieri che vedo oggi sono molto banali. Quadri enormi, o le installazioni: cose da vetrinista». Per lui, «i più validi artisti restano i pittori». E in mostra se ne vedranno parecchi, insieme anche a tanti documenti per celebrare la storia di una Galleria che ha scelto Milano: «Questa è una città che ha una curiosità intellettuale che altrove non c'è -commenta ancora Cannaviello-. La mia prima galleria qui è stata in piazza Beccaria. Io non conoscevo nessuno allora, non sapevo neanche chi invitare: eppure si è riempita subito, dentro e fuori, con un entusiasmo che ho sempre continuato a riscontrare per tutti questi anni». In fondo Milano è anche una città mitteleuropea, e per Cannaviello conta. Fin dai primi anni sotto la Madonnina infatti si occupa prevalentemente del Neo-Espressionismo dei Paesi di lingua tedesca (Georg Baselitz, Martin Disler, Sigmar Polke e altri che saranno in mostra) e, in particolare, dei Nuovi Selvaggi (Karl Hörst Hödicke, Rainer Fetting, Bernd Zimmer, anche questi presenti).

Fra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta si dedica all'Azionismo Viennese (Arnulf Rainer, oltre ai già citati Hermann Nitsch e Günter Brus) e al Neo-Espressionismo Austriaco (Maria Lassnig), nonché agli artisti italiani della Nuova Scuola Romana (Piero Pizzi Cannella, Nunzio). Giovedì sarà anche distribuito un libro sulla vita e la carriera di Cannaviello, fino ad ora: «l'arte non stanca mai, è sempre nuova».

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