"Cattedrale" e grattacieli: svelati gli stadi in gara

Paletti da Lega e Fi ai vertici di Milan e Inter Oltre al nuovo impianto cambierebbe lo skyline

"Cattedrale" e grattacieli: svelati gli stadi in gara

Sfida a due (con terzo incomodo il Meazza). Da un lato c’è la «Cattedrale», il nome scelto dallo studio Populous per uno stadio che ricalca nella forma lo storico San Siro, con facciate trasparenti su cui potranno essere proiettati i colori delle squadre in campo. Nell’area intorno, la presenza di due grattacieli (all’incirca tra Ippodromo ed ex Trotto) che trasformeranno lo skyline di San Siro. Dall’altro, il nuovo impianto disegnato da Manica-Cmr che richiama invece nella forma l’Olimpico di Roma. E a cambiare decisamente il quartiere sarebbero tre torri (di altezza più modesta dei grattacieli del concorrente) che ospiteranno hotel e funzioni commerciali. Per celebrare il Meazza che fu in questo caso verrebbe conservato il «pratone» dove hanno giocato i grandi campioni. Milan e Inter sveleranno martedì prossimo i progetti del nuovo stadio rimasti in campo dopo l'esclusione del masterplan di Stefano Boeri e studio Hok, apriranno anche un sondaggio per tastare il polso dei milanesi. Ieri hanno anticipato i piani (finalmente) ai capigruppo, al presidente dell'aula Lamberto Bertolè e all'ufficio di presidenza di Comune dopo le dure polemiche dell'opposizione sulla scarsa trasparenza. Due ore di confronto serrato, con presentazione, domande, controdeduzioni. A Palazzo Marino sono arrivati il presidente del Milan Paolo Scaroni con l'ad Ivan Gazidis e l'ad dell'Inter Alessandro Antonello. La loro mission: convincere i consiglieri e votare un odg che dia indirizzo alla giunta di dichiarare il nuovo stadio - e quindi la demolizione del Meazza - di pubblica utilità. Hanno consegnato un mini dossier di 43 pagine e una sintesi di 29, hanno mostrato le slide in sala giunta e si sono resi disponibili a intervenire nelle varie Commissioni a partire da giovedì 26 per arrivare prima possibile in aula. La scadenza per il voto in giunta è il 9 ottobre. Antonello ha sottolineato con garbo che si tratta di un confronto che mostra la massima collaborazione istituzionale, dato che - volendo - le società avrebbero potuto fare ricorso, e potranno farlo in caso di voto negativo, alla legge sugli stadi che concede tempi certi e più volumetrie. Scaroni alle prime osservazioni critiche ha ribattuto schietto che è «un romantico», come tutti gli affezionati al Meazza, ma «persino ex calciatori come Paolo Maldini che ci hanno giocato 450 partite o Javier Zanetti sono favorevoli all'abbattimento per uno stadio all'avanguardia». Gazidis ha portato ad esempio lo stadio dell'Arsenal a Londra che ha rimpiazzato lo storico Higbury e trasformato anche il modo di vivere il quartiere e i match, «oggi sugli spalti si vedono migliaia di famiglie». I vertici hanno spiegato con i numeri perchè bocciano l'ipotesi del restyling: 5-6 anni di intervento con i rischi di giocare in uno stadio-cantiere, circa 115 milioni di mancati introiti in 5 anni durante l'intervento e hanno chiarito che in caso di ristrutturazione anche il Meazza ne uscirebbe completamente trasformato, «del tutto irriconoscibile», con massimo 58mila posti contro i 60mila del nuovo impianto (e 8.500 posti Premium contro 12.500), si aggiunge il rischio di «non assicurare completamento e agilità» in tempo per la cerimonia delle Olimpiadi 2026. Durante il restyling poi «si ridurrebbe significativamente la capienza, circa 30/40mila posti in meno. E rimarcano (soprattutto ai tifosi) il confronto coi top club come Arsenal o Bayern che hanno realizzato nuovi stadi e registrano incassi oltre i 100 milioni, «da investire su giocatori, allenatori, tecnici». Una curiosità: entrambi i progetti in gara «nasconderebbero» con filari alberati le case popolari di San Siro.

Assenti alla riunione Basilio Rizzo (in polemica) e i 5 Stelle. Lega e Forza Italia restano sulle barricate: «Intanto entrambi gli stadi sono a ridosso dei palazzi di via Tesio, prevedo proteste - afferma il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale -. E vanno limitate le volumetrie. Ci devono convincere con argomenti validi che è impossibile ristrutturare il Meazza». Per Alessandro Morelli (Lega) «Sala normalmente decisionista qui fa una scelta pilatesca per dividere le colpe col consiglio». E il leghista Gabriele Abbiati ribadisce che «è il meazza è un monumento, non va demolito». Il capogruppo del Pd Filippo Barberis chiede di «poter esaminare anche gli altri 2 progetti esclusi». Ha ammesso «partiamo da posizioni diverse» ma «abbiamo disponibilità massima a collaborare. Sulle volumetrie il punto di partenza è il Pgt, se le squadre se ne dovessero discostare», e i piani prevedono il doppio degli indici, «vorremmo capire il perchè». Prima dell'incontro il sindaco Beppe Sala aveva rimarcato che «San Siro è la storia del calcio, un monumento, e da qui bisognerebbe ripartire.

Poi se ci convinceranno che non è praticabile non potremo che ascoltare. Io auguro un futuro felice per il Meazza, bene che parta il percorso di approfondimento del progetto da parte del Consiglio, per consentire all'Aula di esprimersi in merito».

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