Ciclabili tra errori e violazioni Tecnici ignorati dalla politica

Le piste di corso Venezia - Buenos Aires e Forlanini "pericolose e sbagliate", ma realizzate senza dibattito

Ciclabili tra errori e violazioni Tecnici ignorati dalla politica

«La fretta è cattiva consigliera» recita il proverbio. Ma sembra al Comune di Milano, almeno nel caso delle piste ciclabili, i consigli proprio non si vogliano chiedere o anche quando arrivano vengono completamente ignorati. Così se per la ciclabile disegnata in tutta fretta da Amat, e non come vorrebbe i Codice della strada in seguito a un progetto del settore traffico della polizia locale preceduta da ordinanza viabilistica, la relazione tecnica che aveva dato parere negativo è stata bellamente ignorata, per quanto riguarda quella di viale Forlanini il parere non è stato chiesto nè all'ufficio competente dei vigili, nè al Municipio 4, competente per territorio.

In sostanza la prassi che sta adottando l'assessorato alla Mobilità per realizzare le piste ciclabili «light», quelle previste dal Piano della Mobilità sostenibile post Covid, è di «ignorare» la parte tecnica, per evitare intoppi che la politica in questo periodo non vuole avere. Così la giunta annuncia appunto 35 nuovi km di ciclabili entro dicembre, a partire da San Babila fino a Sesto Marelli entro l'estate o in viale Forlanini, per mantenere la promessa si rischiano di correre rischi enormi. Come è già successo in corso Buenos Airesa almeno un paio di incidenti che hanno visto ciclisti coinvolti.

Tornando alla pista Venezia- Buenos Aires l'ufficio traffico non è stato consultato, relazione tecnica in seguito a un sopralluogo degli agenti, che segnalava criticità sia sotto il profilo della segnaletica che della sicurezza di tutti gli utenti della strada sono state ignorate. Nella relazione si ricorda per esempio come il Codice della strada impedisca la realizzazione di ciclabile non protetta affiancata da veicoli in sosta perché ostruiscono la visuale. Particolarmente critico l'accesso in corso Venezia ai passi carrai in quanto gli spazi riservati alla sosta dei ciclomotori e motocicli si trovano a ridosso della pista ostruendo la visuale sule bici in transito. Così la manovra di accesso ai passi carrai stessi non è agevole, costringendo i veicoli a invadere la pista.

Ancora i parcheggi per moto e motorini, essendo ricavati sulla carreggiata costituiscono pericolo sia per le auto in transito sia per i motociclisti intenti a parcheggiare, che si trovano in mezzo alla strada una volta scesi dal mezzo. Ma il comma 7 dell'articolo 140 del Codice della strada recita «le piste ciclabili non protette sono separate dalle corsie di marcia mediante due strisce continue affiancate una bianca (lato carreggiata) e una gialla (lato ciclabile). In sostanza non prevede la sosta.

Non solo in corso Venezia la carreggiata così ristretta non permette il passaggio dei mezzi di soccorso, strada per altro percorsa molto spesso dalle ambulanze dirette al Fatebenefratelli e dalle pattuglie della polizia dirette in Questura.

Per quanto riguarda, invece, il tratto di corso Buenos Aires oltre appunto al problema, che si ripete anche in viale Forlanini, di una pista che non può essere affiancata dai veicoli in sosta perché contrario alle disposizioni del Codice della strada, presenta una segnaletica scorretta, o in contrasto reciproco (verticale contraddice orizzontale),

che non ha alcuna rispondenza con quella ufficiale, generando confusione negli utenti stessi.

Errori, sviste, criticità che sono stare segnalate più volte dai tecnici ma che l'assessorato alla Mobilità ha deciso di ignorare.

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