Milano vive un'escalation di violenze, persino gestori di locali in Galleria dicono che il centro ormai è fuori controllo, ma il sindaco ieri ha definito «sgradevole l'accanimento» nei confronti del suo assessore alla Sicurezza Marco Granelli - di cui la Lega ha chiesto le dimissioni lunedì davanti al Comune e tornerà a farlo oggi ai gazebo - «soprattutto da parte di assessori regionali. Vuol dire che stiamo partendo malissimo, la collaborazione con Regione non esisterà nella misura in cui un assessore lombardo si permetterà di chiedere le dimissioni di uno del Comune. Se questo è il tono vadano avanti per la loro strada, non credo ci siano i presupposti. Sono disgustato. Lo dirò anche a Fontana, il dialogo non può esserci solo tra me e lui ma anche con tra chi lavora con noi. É inaccettabile, non degno di Milano. Sono molto seccato per questa cosa».
Nel mirino c'è Stefano Bolognini, che oltre ad essere membro della giunta è però anche il segretario cittadino della Lega e in quella veste manifesta in piazza. Segnali di nervosismo o tentativo di azzerare le critiche? «Le schermaglie fanno parte della politica - ribatte il governatore Attilio Fontana -. Parlerò volentieri con Beppe Sala della qualità dei rapporti tra i nostri assessori sulle tante partite aperte, le nostre interlocuzioni vanno intensificate e rese più concrete. Mi spiace che l'episodio cui fa riferimento gli abbia creato tanto nervosismo e gli ricorderò che in situazioni analoghe, cito solo a titolo di esempio quella del gennaio del 2021, quando l'assessore Pierfrancesco Maran chiese pubblicamente le mie dimissioni, mi sono limitato a prenderne atto, convinto che la politica preveda anche schermaglie di questo genere».
In quella occasione «tra l'altro Maran attaccava direttamente il presidente, senza che nessuna voce autorevole si levasse indignata». Allora la polemica riguardava il conteggio dei positivi per il passaggio in zona gialla. Anche Bolognini replica: «Sono sorpreso dai toni di Sala, nessuno si è scandalizzato per le parole di Maran mesi fa. É evidente che a Milano esista un problema di sicurezza e mancata integrazione di varie comunità straniere. Invece di fare polemica dovrebbe pensare alle soluzioni, se vorrà coinvolgere Regione sono troverà come sempre supporto».
Il sindaco ribatte ancora: «C'è un tempo per ogni cosa. Ma una cosa alla volta. La Regione che offre supporto è la stessa che chiede dimissioni di un mio assessore? Se l'aiuto è questo, anche no». E Sala ieri è tornato a stanare il ministro Luciana Lamorgese sulla necessità di avere più agenti: «L'ho sentita, mi attendo venga presto a Milano. Non è nel mio stile e non serve andare a cercare colpe. Ma non ne usciamo se non con più agenti e questa sarà la richiesta che le farò quando verrà».
All'incontro con don Virginio Colmegna, presidente della Casa della carità che compie 20 anni, si è detto «molto preoccupato» per l'«emergenza nuovi poveri». A Colmegna ha promesso che la sede in via Adriano, con 20 posti letto, diventerà un «ospedale di comunità. E senza citare il caso dei rapper arrestati giorni fa o le tensioni create da bande di origine straniera, ha ammesso che «negli anni il Comune, compreso io, ha sbagliato sul quartiere San Siro, non ci sono luoghi di aggregazione».
Per supportare (anche) ai giovani la Zona 1 ha votato un piano di «Azioni per il benessere psicologico dei cittadini». Chiede di al governo di rinnovare il «bonus psicologo» e agli enti locali di istituire lo «psicologo di quartiere» e «scolastico».
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