In coda a caccia di capolavori

Milanesi e non in fila per ore, nelle prime delle due Giornate Fai di primavera

La stella indiscussa è lui, ingresso da una anonima porticina a metà di una scala che porta alla metro. Un posto da congregazione segreta, se non ci fosse una visibilissima fila di 200 metri che è andata avanti dalle 10 del mattino alle 17 di sera, ieri, terminata soltanto quando i volontari del Fai hanno detto che ok, per oggi basta. Si tratta dell'albergo Diurno Venezia, lato nord-ovest di piazza Oberdan, 2000 presenze in 7 ore. Era 11 anni che non ci metteva piede nessuno, dal 2003, dopo che l'ultimo barbiere aveva levato le tende dal posto che una volta accoglieva turisti e visitatori con i suoi servizi. Non è l'unica bellezza che ieri ha tenuto milanesi e non in fila per ore, nella prima delle due Giornate Fai di Primavera, «2 giorni per ammirare l'Italia, 365 per salvarla»: in tanti hanno seguito il motto e hanno approfittato dell'occasione per tesserarsi al Fondo e contribuire alla salvaguardia della cultura italiana. E poi per i tesserati Fai c'è l'accesso più veloce, che in questi due giorni davvero fa comodo. Coda doppia quindi per ognuno dei siti da visitare, ed entrambe sono lunghe.

«Siamo qui da un'ora e mezza, ormai sono le 16 e tra poco inizia l'ultimo giro prima della chiusura, ma pazienza, aspettiamo un altro po'», racconta una coppia di milanesi sotto l'ombrello in piazza Affari: la coda per vedere Palazzo Mezzanotte, che rimaneva aperto solo ieri, si snoda lungo via Negri per un centinaio di metri. 1500 i visitatori, con una media di 20 persone alla volta. Un'ottantina di loro si è iscritta al Fai ieri: «È un buon numero, molto più di quanto prevedevamo», commenta una delle volontarie. Un 20% circa dei visitatori non è nemmeno milanese: «In molti sono venuti da fuori apposta per vedere il Palazzo ed altre bellezze di Milano». A pochi metri c'è l'ingresso alla Camera di Commercio, che custodisce le rovine del Teatro Romano: tanti approfittano della vicinanza per visitare tutti e due gli edifici, ma per il teatro l'ingresso è riservato ai tesserati. Ma la fila c'è anche lì e i turni sono più lenti: per misure di sicurezza si entra solo in dodici alla volta. «Manca mezz'ora alla chiusura e sono arrivati in 230. Questo è il primo anno in cui il teatro viene aperto, i visitatori sono molto emozionati», racconta uno dei volontari.

C'è anche chi ha deciso di sfruttare le due giornate per andare a vedere gli edifici che sono aperti già normalmente durante tutto l'anno. A Villa Necchi, dieci minuti a piedi dall'albergo Diurno Venezia, sono arrivati in 400 quando normalmente le presenze del weekend sono di 200. «Abbiamo aperto solo per gli iscritti su prenotazione. Tra mercoledì e domenica scorsa avevamo già esaurito tutti i posti disponibili».

I cittadini con l'ombrello si sono spostati per tutta Milano. In tanti hanno organizzato un programma preciso per visitare più posti possibile. Non sempre realizzabile però: «Non avevamo previsto così tanta coda.

Stamattina siamo stati alle Poste - racconta un papà con figli al seguito in attesa per il Diurno Venezia-. Poi abbiamo provato la Borsa, ma c'era troppa fila. Adesso siamo qui, ma mi sa che stiamo fuori. Chissà che il Comune la riapra anche un altro giorno».

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