È stato inaugurato ieri all'Ospedale Buzzi il nuovo ecografo di ultima generazione donato a Fondazione Buzzi dall'Istituto Ganassini: il macchinario all'avanguardia nella diagnostica permetterà all'unità di Diagnosi Prenatale e Terapia Fetale del Buzzi di individuare in utero i casi a rischio, analizzare la complessità dell'anomalia riscontrata e seguire nel tempo l'evoluzione delle varie complicanze. L'unità di Diagnosi Prenatale e Terapia Fetale è centro di riferimento nazionale per la gestione delle gravidanze gemellari complicate e per la terapia di patologie fetali dal 2004.
Nonostante reparti e medici di eccellenza e macchinari di ultima generazione, c'è un problema più grande che affligge da decenni il nosocomio sotto l'Asst Fatebenefratelli Sacco: la carenza di spazi e di letti. Dopo 12 anni di attesa e di intoppi burocratici finalmente è partito il cantiere del nuovo padiglione di emergenza, per mano della Regione, che ha assicurato la fine dei lavori entro il 2023. Il palazzo sarà di 5 piani e due interrati, sei sale operatorie, 12 letti di rianimazione, 6 letti di cure palliative subintensive, una patologia neonatale nuova, un nuovo pronto soccorso e la grande radiologia. Tutti i reparti che vengono «svuotati» ospiteranno letti di degenza: in pratica con il padiglione dell'emergenza si realizza il grande ospedale Buzzi. «Raddoppiamo i letti che sono troppi pochi - spiega Ida Salvo, Consigliere delegato della Fondazione Buzzi, già Primario di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale - abbiamo liste d'attesa di tre anni sugli interventi differibili, come le tonsille, le adenoidi, le ernie, in più non possiamo operare i bambini grandi che finiscono, nel 70 per cento dei casi, negli ospedali per adulti. Il nostro obiettivo è di poter curare tutti i bambini dalle elementari fino ai 12 anni contro i 3 anni e mezzo di età media attuale. Vogliamo dare a Milano un grande ospedale dei bambini e rispondere alle esigenze dei piccoli pazienti che siamo costretti a mandare fuori Regione. La vergogna è che la grande città per tanti anni non ha guardato il suo ospedale, uno degli 11 ospedali pediatrici in Italia e l'unico in Lombardia».
La Fondazione, coinvolgendo i privati, ha raccolto 5,2 milioni di euro con cui ha completamente rinnovato i macchinari del «vecchio» ospedale, ora «per avere le attrezzature più importanti dobbiamo chiedere aiuto ai milanesi - l'appello di Salvo-: anche perchè una sala operatoria pediatrica, che accoglie dal bimbo prematuro di 500 grammi fino a un dodicenne che pesa 50 chili, e che quindi richiede 3 tipi di letti, di ventilatori, di monitor, costa 250mila euro.
Questo adesso è ciò che ci serve con urgenza: abbiamo pensato di lanciare una sottoscrizione civica per acquistare i macchinari necessari al nuovo ospedale, non è facile. Se non facciamo partire le sale operatorie è una catastrofe».
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