Alla corte del faraone tra sarcofagi, papiri e qualche effetto speciale

Una mostra al Mudec ripercorre le scoperte archeologiche di Amenofi II e dell'età dell'oro

Matteo Chiarelli

Siamo nel 1898, in Egitto, nella Valle dei Re. Viene compiuta un'incredibile scoperta: l'archeologo francese Victor Loret, dopo una serie di scavi, trova la tomba del faraone Amenofi II, vissuto più di tremila anni fa, durante l'Età dell'Oro dell'Antico Egitto. Vicino alla magnifica camera funeraria dove il suo corpo è conservato all'interno di un sarcofago, Loret rinviene anche le spoglie di celebri re del Nuovo Regno oltre alle mummie della madre e della nonna di Tutankhamon.

Oggi a Milano rivive la figura del grande faraone nella mostra realizzata presso il Mudec-Museo delle Culture La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II, promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da 24 Ore Cultura, realizzata con la collaborazione dell'Università degli Studi di Milano e curata da Patrizia Piacentini e Christian Orsenigo, con il coordinamento di Massimiliana Pozzi Battaglia. «Quella realizzata è una mostra molto importante dal punto di vista storico e archeologico, che riguarda una delle più grandi civiltà del mondo antico, afferma l'assessore alla Cultura Filippo del Corno «ma che al tempo stesso vuole connettersi con la contemporaneità, con il tempo presente, quello che si vive oggi nella nostra città, dove esiste una comunità egiziana molto numerosa». Il Mudec infatti, nell'ambito del progetto «Milano Città Mondo», affiancherà la mostra con una serie di eventi che approfondiranno la storia dell'Egitto di ieri e di oggi e il rapporto che c'è stato e che c'è con l'Italia e con la città di Milano in particolare. «Questa è la prima mostra monografica dedicata ad Amenofi II - sottolinea la curatrice Patrizia Piacentini - e per la prima volta vengono presentati al pubblico i giornali di scavo dell'archeologo Victor Loret relativi alla scoperta della tomba del faraone che fino a una quindicina di anni fa, rimasti dimenticati in un archivio, erano sconosciuti». Strutturata in quattro sezioni, «I giorni del faraone», La vita dell'alta società, «Dalla morte alla vita» e «Una scoperta straordinaria: la tomba di Amenofi II», la mostra, che espone reperti provenienti dalle più importanti collezioni egizie internazionali, pubbliche e private, tenta il difficile compito di unire l'approfondimento scientifico specialistico caro agli studiosi, a quello emozionale ricreativo, ricercato dal grande pubblico. Così, per ricostruire la figura di Amenofi II, narrare la storia della sua famiglia, tra cui il celebre padre Thutmosi III, «il Napoleone dell'Antico Egitto», come rileva Patrizia Piacentini, riferendosi alle sue importanti conquiste militari, descrivere la sua prestigiosa corte e il tempo antico in cui visse, vengono presentati da una parte una serie di documenti, anche originali, fotografie, statue, stele, sarcofagi decorati, papiri dipinti, armi, gioielli, corredi funebri, suppellettili per la cura del corpo, fino alle mummie di esseri umani e di animali.

Per coinvolgere invece il pubblico emotivamente, evocandone lo stesso senso di stupore e di meraviglia che colse più di cento anni fa i componenti della spedizione archeologica quando entrarono nella tomba del Re, è stata ricostruita scenograficamente in scala 1:1 la sala a pilastri in cui era conservato il sarcofago di Amenofi, e con l'utilizzo di tecnologie multimediali, proiezioni, vetrine e un commento audio, lo spettatore, come in un teatro, incontrerà il faraone che riposa nel suo sarcofago, due mummie femminili, identificate solo di recente come la madre e la nonna di Tutankhamon, e altri corpi regali nascosti già allora nella tomba di Amenofi per essere preservati dai profanatori.

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