"Covid hotel e ospedali per accogliere i profughi"

La Regione Lombardia: "Pronti a inviare medici ai confini". E il prefetto incontra il console di Kiev a Milano

"Covid hotel e ospedali per accogliere i profughi"

In Lombardia si fa largo l'ipotesi di ospitare i profughi che arriveranno dall'Ucraina. «Non abbiamo ancora la percezione chiara di quanti saranno e quando arriveranno, siamo in contatto con la prefettura e stiamo verificando assieme come organizzarci», ha detto ieri la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione, Letizia Moratti, a margine del Consiglio del Pirellone.

«Sempre insieme alla prefettura stiamo valutando la possibilità di mettere a disposizione gli Hotel Covid, con cui gli accordi scadono ora: sono cinque a Milano, due a Bergamo e uno a Varese», ha aggiunto. E ancora, viene spiegato che la Lombardia ha inviato una lettera all'ambasciatore Sequi, che è segretario generale della Farnesina, dando disponibilità per l'invio di un'équipe di medici pediatri e neonatologi al confine dell'Ucraina per assistere e curare i bambini. «Abbiamo dato la disponibilità a inviare dei mezzi per trasportare i bambini che hanno necessità di essere curati in ospedale, in accordo con il Fatebenefratelli». Quindi, prosegue l'assessore, «saremo in grado di ospitare ventisette bambini più i loro genitori in ospedale, più altri venti posti in neonatologa». Moratti precisa anche che «mezzi dell'Areu (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza, ndr)», e quindi ambulanze, «probabilmente faranno un ponte dalla Romania». Naturalmente, aggiunge, «aspettiamo di sapere dalla Farnesina le modalità di attuazione di questa nostra disponibilità. Ho scritto questa mattina all'ambasciatore Sequi - ribadisce - e sarà lui a indicarci le modalità. A noi sembrava importante dare questa disponibilità perché il problema delle donne con i bambini è grave». Di più.

«Al momento abbiamo un numero limitato di esigenze da soddisfare ma prevediamo una crescita in particolare dei nuclei famigliari composti da mamme con bambini», afferma il prefetto di Milano, Renato Saccone. «Tutti - ha aggiunto - hanno diritto di essere accolti nel nostro Paese con una grande semplicità. Dobbiamo attrezzarci perché l'accoglienza sia sostenuta o diretta». Per ospitare i profughi «stiamo vedendo di organizzare dei piccoli appartamenti curati da un'associazione che si muove già nell'ambito dell'accoglienza governativa e insieme alla regione stiamo vedendo anche gli alberghi, come eventuali serbatoi, che ospitavano i positivi Covid in quarantena. L'idea - ha concluso - comunque è di inserire le persone in piccole strutture. Il prefetto di Milano Saccone ha incontrato il console ucraino per decidere come procedere rispetto all'accoglienza dei profughi di guerra.

«Ci sono molte variabili ma faremo tutto in tempi rapidissimi. Abbiamo una stragrande maggioranza di ucraini che spera in un esito pacifico del conflitto per poter rientrare nel proprio Paese», ha spiegato Saccone in una conferenza stampa. «Per adesso i numeri dell'accoglienza sono piccoli. Abbiamo avviato una rete istituzionale cooperativa per accogliere le prime disponibilità per i nuclei famigliari formati da mamme e bambini.

Per ora non registriamo pressione e stiamo prendendo contatti con i Covid Hotel per le disponibilità».

Il prefetto infine ha aggiunto che «dei ventiduemila ucraini presenti a Milano con regolare permesso di soggiorno, diciassettemila sono donne».

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