Da Cracco all'Isola, torna il caffè (quasi) al banco

I locali trovano un po' di respiro dal take away. E su 130 bar controllati una sola sanzione

Da Cracco all'Isola, torna il caffè (quasi) al banco

Oltre 130 controlli dei vigili tra esercizi pubblici e commerciali ma una sola sanzione: nel locale mancavano gel e guanti. Test superato ieri anche per i ristoratori che hanno potuto aprire non solo per la consegna a domicilio ma anche per il servizio take away. E i milanesi dopo il lungo lockdown hanno ri-assaporato doppiamente il gusto del caffè al bar in ogni quartiere, anche se non hanno potuto consumarlo al banco ma a qualche metro di distanza. É già qualcosa. Anche il bar Cracco in Galleria ha allestito un «bancone» affacciato direttamente all'esterno per consegnare bevande e cibo da asporto evitando che il cliente debba entrare. Un «Salotto» più animato durante la giornata, segno che a molti mancava la passeggiata in centro, anche se le vetrine delle boutique rimangono rigorosamente chiuse fino al 18 maggio, i titolari possono riaprire i negozi solo per la sanificazione e l'allestimento degli spazi. Niente pause pranzo ai tavolini ma anche il «Bar Brera» ieri mattina cominciava a fare le prove, a «incastrare» tavoli e sedie nel dehor con il metro di distanza tra i clienti accanto che verrà richiesto per sicurezza. Il take away offre un sospiro di sollievo ma non allenta la crisi dei locali, molti a rischio fallimento. Ieri si è tornato a discutere anche in consiglio comunale della necessità di alleggerire almeno la pressione fiscale locale. L'assessore al Bilancio Roberto Tasca rispondendo ad un question time della maggioranza ha spiegato che non è possibile senza un atto del governo azzerare ora la Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, per i mesi in cui i locali sono rimasti chiusi e non hanno allestito i dehor. «Ci sono vincoli che limitano l'agire del Comune - ha ribadito -. Il regolamento prevede che in caso di mancato uso dell'area concessa per causa indipendente dall'esercente si configuri la causa maggiore e la tassa venga scomputata nell'esercizio successivo. Il Covid è causa maggiore e la riduzione del canone scatterà nel Bilancio 2021, la soppressione ad oggi non è possibile se non intervengono variazioni nel contesto normativo». Anche se il consigliere Franco D'Alfonso sottolinea l'incongruenza, perchè «i commercianti hanno problemi di liquidità oggi».

Ed è stato approvato all'unanimità dal consiglio un ordine del giorno che chiede la proroga di due mesi degli abbonamenti annuali Atm, un impegno che la giunta si è già presa ma che è vincolata anche in questo caso all'istituzione di un fondo ad hoc a cui starebbe lavorando il Ministero dei trasporti.

Il documento, sulla base delle proposte di Forza Italia, Lega e i gruppi di maggioranza, invita la giunta «ad adoperarsi nei confronti del governo affinché vengano previste le coperture per estendere di due mesi la validità degli abbonamenti annuali, tre mesi per quelli degli studenti, e a individuare forme di compensazione per chi ha acquistato il mensile nel mese di marzo».

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