"Dionigi era uno di noi": in migliaia a Triuggio per salutare Tettamanzi

Ieri alla camera ardente vescovi ma soprattutto il suo "gregge". "Siamo qui perché ci ha sposati"

"Dionigi era uno di noi": in migliaia a Triuggio per salutare Tettamanzi

C'è Claudio, 64 anni, che col cappello da ex alpino in testa dirige il traffico delle auto che continuano a scaricare uomini e donne a Villa Sacro Cuore di Triuggio. Gli alberi della Brianza rendono più fresca l'aria che è torrida nella cappella in cui è composta la salma del cardinal Dionigi Tettamanzi. Il volto ha l'espressione ieratica in cui era difficile riuscire a sorprenderlo in vita, il corpo veste paramenti bianchi rossi e oro da vescovo, le mani giunte stringono ancora il rosario che aveva nell'ora della morte, sabato mattina alle 10,30. Quattro ventilatori tentano l'impossibile impresa di mantenere una temperatura decorosa, eppure le rose bianche e anche il corpo non si accorgono dei gradi che continuano ad aumentare.

Fino a ieri sera decine di migliaia di persone hanno già reso omaggio al cardinale Dionigi nella camera ardente.

Il vescovo eletto di Milano, Mario Delpini, arriva verso le due, guidando la sua auto di media cilindrata, chiacchiera e si confonde tra la gente. «È quello lì vestito da prete» lo indicano le persone, mentre è nascosto in seconda fila a pregare in silenzio il rosario.

Ecco il cardinale Angelo Scola, che prega ritto in piedi all'inginocchiatoio davanti al corpo del suo predecessore: «Raccogliamo la sua forza ed energia di costruzione della Chiesa e di una società giusta». E appena arrivato: «Imitiamolo nella vita e nella morte». Dice don Luigi Bandera, il rettore di Villa Sacro Cuore, mentre sorride nel reggere l'assedio della folla: «Sarà seppellito in Duomo vicino a Schuster, si faranno buona compagnia». Sono passati i vescovi di Crema, Daniele Gianotti, Lodi, Maurizio Malvestiti, e l'emerito Giuseppe Merisi, Bergamo, Francesco Beschi, Brescia, Pierantonio Tremolada, Vigevano, Maurizio Gervasoni, e altri ancora. Ci sono anche il fratello e la sorella di Tettamanzi. Ma a colpire oggi non sono i nomi altisonanti dei pastori, ma i volti anonimi del gregge.

«Era uno di noi» la risposta più comune che arriva dalle persone, moltissimi anziani ma anche giovani, famiglie con bambini, quando chiedi perché sono qui in una domenica d'agosto che dovrebbe essere di mare o montagna o lago. «Ci ha sposato lui» racconta timida una ragazza, a cui devi estorcere il bel nome di Chiara. Due signore «ciacolano» tra loro: «Siamo di qui vicino, veniva a celebrare da noi in parrocchia». Così a tratti c'è quasi un clima festoso in mezzo a questa folla, nei corridoi e nelle sale accanto alla cappella, nel grande parco.

È il mistero del desiderio degli uomini di cercare e riconoscere un oltre? Di salutare un amico lassù? «Sono certo che mi aiuterà dal cielo» dice Guido Marini, che è qui a titolo privato ma è cerimoniere di Papa Francesco ed è stato segretario particolare di Tettamanzi arcivescovo di Genova: «Ho avuto la grazia di stargli vicino e di avere con lui un rapporto personale, di amicizia e collaborazione, che è stata per me una scuola di vita. Era un uomo umile di grande pensiero, con la capacità di farsi vicino, pronto ad ascoltare tutti a partire dai più umili».

Anche Sonia è venuta a salutarlo. Racconta la sua storia: «La zia di mio marito è suora a Renate, il suo paese, dal 1994 e lui l'aveva visto in qualche occasione. Una volta in cui l'abbiamo rincontrato dopo tanto tempo ha detto a lui: so tutto di te, sei Pierluigi!.

Mio marito si è quasi allarmato: chissà che cosa gli hanno detto...». Domani i funerali nel Duomo di Milano. Il biglietto turistico per la visita della cattedrale sarà sospeso oggi per tutta la giornata e fino alle 15 di domani (dalle 10,30 alle 12,30 chiuderanno le Terrazze).

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