Che cosa ci fa un furgone in giro per la campagna francese con a bordo il re degli street artist, il fotografo JR, e la regista belga Agnès Varda, star della Nouvelle Vague e primo Oscar femminile alla carriera? Storia di un inedito e commovente sodalizio, quello che ha germinato il film Visages, Villages presentato in anteprima alla Fondazione Prada e che giovedì debutterà nelle sale di Milano. Curiosi l'uno dell'altro, i due artisti sono i veri protagonisti di un poetico ducofilm in cui fotografano e raccontano storie e biografie di un'umanità anonima ma che rimanda a identità e memorie collettive. Trentaquattro anni lui, 88 lei, la coppia raccoglie anime di una Francia lontana anni luce dalla grandeur parigina, facendo rivivere e pulsare i genius loci dimenticati. Villaggi e volti, appunto, da replicare attraverso le gigantografie con cui l'artista franco-tunisino è abituato a tappezzare i muri urbani. Storie di vita vera o, se si preferisce, di public art. Come quando, on-the-road sul camioncino trasformato in gigantesca macchina reflex, la strana coppia approda a casa dell'ultima abitante di un villaggio di minatori. La quale, intervistata assieme agli altri discendenti di una comunità sofferta, rimetterà a nudo storie e immagini rimosse con cui invece JR tappezzerà, ingigantite, le anonime baracche in progetto di demolizione. «Da qui non me andrò mai - grida l'anziana donna - ho troppi ricordi». Sarà proprio lei il visage protagonista di una serie commovente di ritratti pubblici. Il documentario è in realtà uno straordinario film che documenta la ricerca creativa di due generazioni a confronto, ma anche di Visages, una realtà finalmente più reale che virtuale.
L'anteprima di Visages, Villages non poteva trovare miglior collocazione nella sala proiezioni della Fondazione Prada, preziosa realtà privata a cui va il merito di una rinascita culturale, artistica e socio-urbana della città di Milano.
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