Due università si uniscono per una laurea

Dal 2019 anche un nuovo evento per far incontrare startup innovative e aziende

Due università si uniscono per una laurea

Come ha ricordato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico, già nel 1898 Ferdinando Bocconi aveva ipotizzato una collaborazione con l'ateneo di piazza Leonardo da Vinci, ma per vederla realizzata si è dovuto aspettare il 2018. Insieme al collega Gianmario Verona e al sindaco Giuseppe Sala ha infatti annunciato la partnership tra le due università per la realizzazione di un master in sicurezza informatica (Cyber Risk Strategy and Governance) e un evento (BeReady2Fly) il primo ideato da Politecnico, Bocconi e i rispettivi incubatori, PoliHub e Speed Mi Up, per favorire l'incontro tra potenziali investitori, realtà industriali e le migliori startup ad alto potenziale dei due ecosistemi universitari. Il nuovo percorso magistrale tra le due università è un altro tassello della proficua collaborazione tra pubblico e privato che a Milano ha già portato risultati in molti campi. Inoltre una specializzazione in Cyber Risk era necessaria per venire incontro alle professionalità di cui hanno bisogno le aziende. Il corso partirà nell'anno accademico 2019/2020, avrà cinquanta posti disponibili e sarà in inglese. Le due università potranno offrire un profilo completo agli studenti, perchè oggi - hanno spiegato i due rettori - le stesse società hanno bisogno al loro interno di lavoratori-imprenditori. Per il Politecnico sarà in prima fila il professor Stefano Zanero, che rappresenta sul tema un'eccellenza italiana oltre che un punto fermo per il suo ateneo.

«Mettere in campo le migliori competenze - spiega Gianmario Verona, rettore della Bocconi - per offrire alla generazione z, ovvero al futuro del nostro paese, la migliore formazione, in linea con le necessità di un mercato del lavoro in continua evoluzione, e le migliori possibilità per sviluppare le proprie idee imprenditoriali. Questo il senso dell'alleanza tra i nostri atenei. Un'alleanza possibile perchè sviluppatasi in una città, Milano, con il giusto contesto istituzionale e con una vocazione internazionale e di apertura». L'operazione di mettere insieme le due università è stata molto semplice a Milano, «un po' meno a Roma» ha sottolineato Resta. E lo stesso sindaco Sala è tornato sul concetto: «Avere due rettori giovani è unl valore aggiunto, ma senza volerci appuntare medaglie possiamo dire che un nostro merito è saper rendere le cose facili senza pensare a troppe cerimonie: l'altro sera abbiamo inaugurato piazza Olivetti, altri ci avrebbero organizzato intorno tante cose, anche l'incontro di questa mattina è stato organizzato di sabato in due minuti di conversazione via Whatsapp - ha raccontato il primo cittadino - ma tutto questo è possibile perché lavorando in un certo modo si crea un senso di fiducia l'uno nell'altro e uno spirito collaborativo che moltiplica le energie». Sala ha poi concluso con una nota sull'inglese: «Non chiediamo di collaborare per forza a tutti, ma almeno di non mettere i bastoni tra le ruote come sulla questione dell'inglese che è obbligatorio, nessuno ci ostacoli con demagogie che dicono il contrario». Anche Resta è tornato sul punto chiarendo che per l'anno accademico 2019/2020 il suo ateneo si sta organizzando per rispettare le nuove direttive arrivate dal ministero per i corsi in inglese. Una battaglia che l'ateneo aveva intrapreso, quello per avere corsi di laurea interamente in inglese, e perso a febbraio. A Roma sembrano averci ripensato almeno in parte: mentre resta inevitabile avere un corso in italiano per le lauree triennali, per le magistrali c'è libertà d'azione.

Un'ottima notizia che si possano programmare corsi in lingua perché «senza abbiamo rischiato di perdere generazioni intere di studenti che avrebbero preso la strada per l'estero».

Ora invece Milano migliora ulteriormente la sua offerta formativa anche se, come specificato dai rettori, per la specializzazione in cyber risk «l'apporto delle aziende sarà fondamentale».

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