«Voto disgiunto? Assolutamente no, non ho seguito il consiglio del sindaco uscente». Lo sfidante del centrodestra scherza sull'appello lanciato una settimana fa da Beppe Sala agli elettori dell'altro schieramento, crociare un simbolo del centrodestra ma il suo nome sulla scheda («esiste nelle regole democratiche, pensateci»). Bernardo lo aveva bollato subito come un autogol clamoroso e un segnale di debolezza. Arriva ieri intorno a mezzogiorno al seggio nella scuola media di via Mauri, parallela di corso Vercelli, la sua sezione è la 373 (incrocia anche il grande fotografo Gianni Berengo Gardin). Lo accompagna la moglie Francesca che è pronta a diventare la first sciura di Palazzo Marino: «Adesso sono contenta» che si sia candidato, ammette, «ero un po' spaventata, già non lo vedevo molto prima, con questi impegni poi...Ma mi ha promesso che mi dedicherà comunque del tempo». Bernardo, direttore della Casa pediatrica dell'ospedale Fatebenefratelli, invita i milanesi ad andare alle urne: «Oggi tutti i milanesi dovrebbero essere qui ai seggi, votare è la massima espressione della nostra democrazia quindi spero davvero che tutti ci vadano. Non è solo l'augurio, ma la richiesta di tutti noi. Non solo dei candidati, ma della città di Milano, perchè possa cambiare. È un gesto di libertà, di scegliere chi guiderà la città del futuro, un gesto per dire che Milano c'è, è presente e ha quel coraggio che i cittadini milanesi hanno di scegliere la loro guida». Le parole d'ordine? «Libertà e democrazia». A chi gli domanda se sia stata una bella campagna risponde che gli ha dato «grandi soddisfazioni, ho incontrato uomini, donne, anziani, disabili che aspettavano di essere ascoltati». Ha trascorso in famiglia la giornata di riposo, prima di entrare nel «frullatore» dello spoglio elettorale e delle proiezioni di voto a partire dalle 15 di questo pomeriggio. Sabato sera è andato a vedere al cinema «No Time To Die» che conclude ufficialmente il regno di Daniel Craig come il James Bond in carica, lo «007». La moglie lo ferma prima che racconti il finale. «Prima qualcuno mi chiedeva com'era e ho spoilerato, ho fatto la mia gaffe» scherza. Ieri dopo i seggi si gode «una giornata tranquilla con la mia famiglia che non vedo da tanto tempo, mia figlia Lucrezia arriva più tardi perchè sta lavorando, pranzo con i miei genitori che vengono apposta a Milano per votare». Cena in pizzeria. Oggi pomeriggio seguirà i risultati presso il Mary Hotel Nhow in via Tortona.
Bernardo è sceso in campo solo a metà luglio, una campagna in salita, due mesi e mezzo di tempo per farsi conoscere e agosto praticamente da cancellare, dopo l'emergenza Covid i milanesi non vedevano l'ora di scappare. Il centrodestra ha perso mesi a trovare un nome. «I candidati sono scelti dai leader di partito invece che da scelte democratiche, forse la prossima volta dovremo cambiare sistema» la stocca del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi al seggio di via Ruffini. Il pediatra ha subito attacchi feroci da sinistra a partire dal caso della pistola portata in ospedale (ha un regolare porto d'armi). Arrivare al ballottaggio contro Sala -, sindaco uscente, ex manager Expo, sondaggi che lo vedevano vicino alla vittoria fino a due settimane fa - per lui sarebbe già una vittoria. «Poi si apre un'altra partita» gli ha sempre detto il leader della Lega Matteo Salvini che l'ha scelto. E sull'esito delle elezioni milanesi si gioca anche più di lui la «testa».
Una sconfitta al primo turno farebbe scattare il processo interno alla Lega e sulla sua leadership nel centrodestra. Il segretario leghista è convinto, «avremo una bella sorpresa, Sala avrà bisogno di un Maalox». Tra poche ore il responso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.